Sono tre i capolavori che le Gallerie degli Uffizi hanno acquistano, durante l’edizione 2019 della Biennale dell’Antiquariato di Firenze; la Madonna col Bambino di Daniele da Volterra, il ritratto dello scultore Antonine Denis Chaudet della moglie Jeanne-Elisabeth e il busto di Virgilio realizzato da Carlo Albacini entreranno a far parte della sua collezione. Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, non è l’unico ad essere interessato ad ampliare la collezione del museo che gestisce. Anche Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, si sta muovendo in questa direzione con il fundraising per il busto di Urbano VIII di Bernini.
Sono già state avviate le procedure di acquisto per le tre opere che presto raggiungeranno gli Uffizi. Non è il primo anno che il museo acquista opere durante la Biennale dell’Antiquariato di Firenze; per la terza volta consecutiva, infatti, gli Uffizi si sono aggiudicati il dipinto premiato come il più bello della fiera.
È La Madonna col Bambino, San Giovanni e Santa Barbara ad aver vinto questo titolo durante l’edizione 2019, un olio su tela realizzato nel 1548 circa. L’artista, Daniele da Volterra, è considerato uno degli amici più stretti di Michelangelo, nonché suo allievo. La Madonna col Bambino si riunirà presto a un altro quadro dell’artista, già acquistato dagli Uffizi lo scorso anno, l’Elia nel deserto. Entrambi appartenevano alla nobile famiglia senese Pannocchieschi d’Elci ed erano le ultime due opere di Daniele da Volterra ad appartenere a privati.
La seconda opera acquistata è il Ritratto di Antoine Denis Chaudet, dipinto nel 1802 circa. È la moglie di Chaudet a realizzarlo, che all’epoca era famosa per ritratti di personaggi, bambini e animali. Di certo è una cosa insolita e rara che un artista come Antoine Denis Chaudet, forse uno degli scultori più conosciuti nel periodo napoleonico in Francia, sia stato ritratto dalla propria compagna.
Il busto di Virgilio, a differenza degli altri due che sono dipinti, è una scultura. Per essere precisi è una copia del busto romano esposto presso la Sala dei Filosofi dei Musei Capitolini a Roma, che a sua volta era una copia di un busto greco perduto del IV secolo a.C.. Fu scolpito da Albacini circa nel 1790.
Ma la "campagna acquisti" dei direttore dei musei nominati con la riorganizzazione del ministro Franceschini, non si ferma qui, tanto più ora, con il ritorno del ministro. La Galleria Borghese, guidata da Anna Coliva, direttrice dal 2006, vorrebbe portare nel museo romano il busto di papa Urbano VIII, realizzato da Bernini nel 1658.
Attualmente l’opera è di proprietà di una famiglia principesca italiana che lo ha prestato all’antiquario Carlo Orsi proprio in occasione della Biennale dell’Antiquariato. Per Coliva, Urbano VIII rappresenta il Barocco romano ed «è il Papa – spiega nell’intervista condotta da Andrea Cianferoni per affaritaliani.it - che capisce che Bernini non è solo uno scultore, ma uno straordinario diffusore di immagine. […] Maffeo Barberini, divenuto poi Urbano VIII, Scipione Borghese e Gian Lorenzo Bernini sono un trinomio inscindibile. Purtroppo Scipione Borghese non ha mai avuto per sé un busto del suo amico Maffeo Barberini fatto dal Bernini, per cui questa sarebbe una occasione irripetibile per colmare questa lacuna storica».
Si parla di svariati milioni di euro per l’acquisto del Busto del papa, una cifra non indifferente. È stata lanciata, quindi, una raccolta fondi internazionale per cercare di portare l’opera presso la Galleria. Come ricorda Coliva, «attraverso l’innovativo strumento dell’Art Bonus (ndr. L’Art Bonus prevede agevolazioni fiscali, pari al 65% dell’importo donato, per i privati che sostengono la cultura con erogazioni liberali) molti passi in avanti sono stati fatti».