Foto: il Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol
Chi naviga spesso nel web è sicuramente incappato almeno una volta nel famoso “errore 404”, che si verifica quando una pagina web non viene trovata. Prendendo spunto da questo protocollo, SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) ha lanciato la campagna “404: copyright not found”, con lo scopo di denunciare la mancanza di tutela del diritto d'autore sulla rete. Da ieri è attivo il sito http://www.404copyright.it/ dove è possibile sottoscrivere la lettera aperta con cui il Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol ha rivolto un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini e al Sottosegretario di Stato con delega all'Editoria Andrea Martella affinché venga recepita al più presto nel nostro ordinamento la cosiddetta Direttiva europea sul Copyright (la n.790 del 2019), che contiene per l'appunto delle disposizioni in merito al diritto d’autore e ai diritti connessi nel mercato unico digitale. “Oggi - spiega una nota SIAE - il diritto d’autore non è tutelato contro lo strapotere dei giganti del web: per questo le opere degli artisti, frutto del loro lavoro e della loro creatività, diventano come una pagina web alla quale non si può accedere”.
La Direttiva 709/2019 dell'UE, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea circa un anno fa, contiene 32 articoli, ma quelli più significativi dal punto di vista delle novità introdotte e, di conseguenza, più discussi, sono due in particolare, l'articolo 15 e l'articolo 17. L'articolo 15 stabilisce sostanzialmente che le società proprietarie delle piattaforme online che aggregano notizie (Google ad esempio nel caso di Google News) devono corrispondere un compenso per i contenuti di carattere giornalistico di cui si servono ai soggetti che ne sono gli editori e i titolari. L'articolo 17 sancisce invece che un contenuto può essere veicolato su di una piattaforma online solo nel momento in cui tale piattaforma, tramite una licenza, possiede l'autorizzazione a diffondere quel determinato contenuto da parte di chi l'ha effettivamente realizzato; se la diffusione avviene in mancanza di licenza, la responsabilità della violazione, salvo alcune eccezioni, ricade sulla piattaforma stessa. La norma, in questo caso, si rivolge solo a società di servizi digitali di grandi dimensioni.
Alla lettera aperta che il Presidente SIAE Mogol ha rivolto ai membri del governo, diventata una vera e propria petizione, hanno già dato il loro sostegno numerosi autori, artisti e personaggi del mondo della cultura, come Claudio Baglioni, Andrea Bocelli, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore e Carlo Verdone. Mogol auspica che questa battaglia venga condivisa da tutti i cittadini italiani, “affinché - sottolinea - anche le generazioni future possano continuare a contare sulla creazione di opere che tutelano la nostra identità e le nostre vite”.