Il Ministro Dario Franceschini, tornato al MiBACT, ha riconfermato i direttori Eike Schmidt, Sylvain Bellenger e Cristiana Collu alla guida dei loro musei. I direttori erano stati scelti nel 2015 per concorso, chiamati per guidare i musei più blasonati d’Italia “in autonomia”. È stato riconfermato già da qualche giorno anche il direttore James Bradburne.
L’autonomia dei musei sta funzionando e porta con sé un flusso maggiore di visitatori. Proprio per questo trend positivo Franceschini continua sulla sua strada, che era stata interrotta da Bonisoli. «È stata (ndr. l’autonomia) soprattutto un ottimo strumento per modernizzare i musei italiani e rafforzare la tutela e la produzione scientifica».
Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Bosco reale della Reggia di Capodimonte, Cristiana Collu, direttrice della Galleria D’Arte Moderna di Roma, e James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera. Professionisti del settore che hanno migliorato le prestazioni dei loro musei, resteranno alla loro guida per altri quattro anni. Nel precedente mandato tutti i musei hanno avuto una forte crescita sul piano delle visite, dovute anche al riallestimento e all’ammodernamento delle sale e alla rilettura delle collezioni. Il 47% in più dei visitatori per Capodimonte, 30% per lo GNAM e 6% per gli Uffizi. Sono numeri che superano la media nazionale.
«Le cose da fare sono ancora tante – ha dichiarato Schimdt - ma posso contare su collaboratori eccezionali e, per quanto mi riguarda, darò come sempre tutto me stesso per rendere gli Uffizi il museo più bello del mondo. Anche se già lo sono». Proprio Schimdt, per rimanere a bordo degli Uffizi ha rifiutato pochi giorni fa la proposta del ministero della cultura austriaca di dirigere il Kunsthistorische Museum, che aveva accettato nel 2017. Un incidente tra austriaco-italiano dovrebbe essere scongiurato perché Schimdt ha già chiarito la sua posizione a Vienna.
Bellenger è entusiasta del nuovo mandato. La sfida per i 4 anni successivi è rappresentata dalla «realizzazione del Gran progetto Capodimonte, un campus multidisciplinare che darà una specifica destinazione culturale a ciascuno dei diciassette edifici di epoca borbonica presenti nel sito reale».
Anche Collu è contenta per la riconferma: «Ringrazio il Ministro per la fiducia, per il riconoscimento del lavoro fatto fino ad oggi e per questa nuova opportunità che consentirà alla Galleria di consolidare i risultati raggiunti e ridefinire nuovi obiettivi».
Non la pensa allo stesso modo dei tre direttori Peter Aufreiter, al comando della Galleria Nazionale delle Marche. Anche lui era entrato nel 2015 con il bando internazionale, ma già da qualche mese ha annunciato il suo addio al museo italiano. Il primo gennaio, infatti, entrerà al Technischen Museums di Vienna come nuovo direttore. I problemi che ha riscontrato sono la burocrazia e la carenza di personale: «svolgo per l'80% del mio tempo compiti amministrativi riguardanti il personale, i contratti, le gare d'appalto ed altre mansioni che non mi competono, perché mancano i dipendenti amministrativi che devono farle».