Foto: Cristiano Chiarot
L’avevamo annunciata ieri la nomina di Salvatore Nastasi a presidente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino e della proposta di riconferma, da sottoporre al ministro Bonisoli, del Sovrintendente del teatro Cristiano Chiarot. Lo riferiva ieri una nota dell’ufficio stampa del comune di Firenze: “ha deciso (il sindaco Nardella, ndr) di esercitare la personale prerogativa di nominare alla carica di Presidente, quale suo delegato, Salvatore Nastasi, …. Nardella ha gia' ottenuto sia da Nastasi che da Chiarot la piena disponibilita', rispettivamente, alla nomina di Presidente e alla conferma a Sovrintendente del teatro”.
Ma gli eventi successivi non sembrano confermare la dichiarazione di ieri. Lunedì sera, un comunicato di Palazzo Vecchio informava che il sindaco aveva chiesto un parere al Mibac circa la “praticabilità” della riconferma del soprintendente per un nuovo mandato. La risposta del Mibac evidenziava: "l'impossibilità giuridica di poter proporre al Ministero la conferma del Chiarot per un nuovo mandato, in quanto egli raggiungerà l'età per il pensionamento di vecchiaia entro pochi mesi, mentre la legge prevede l'obbligo di nominare il sovrintendente per il periodo di durata quinquennale del Consiglio di Indirizzo che si sta ricostituendo in questi giorni”. Quindi troppo vicino alla pensione per assumere un incarico per cinque anni. Pronta la risposta scritta di Chiarot al sindaco: "E' una mia opinione personale che collego alla certezza che in uno scenario in cui avvenga un cambiamento di governance non vi possano non essere delle opzioni conseguenti: una diversa situazione deve essere collegata a una diversa Sovrintendenza”. Cambia il presidente e allora cambia anche il sovrintendente. "Non me la sento di condividere la scelta di nominare un presidente esterno e quindi non me la sento di rimanere qui" ha dichiarato Chiarot in un incontro con i giornalisti.
Quanto alla possibilità di una sua riconferma, Chiarot ha detto che era "nelle mie aspettative, e mi ero fatto dare dei pareri legali su come superare l'ostacolo dell'età. Io ho 66 anni e nessuna voglia di andare in pensione" ha detto, comunicando la sua disponibilità a valutare incarichi per altri teatri. Si è detto "amareggiato" dal parere che Nardella ha chiesto al Mibac, diffuso ieri sera da Palazzo Vecchio. "Ho l'amaro in bocca. So che ho un collega a Milano - ha proseguito Chiarot - che ha 72 anni e starà ancora lì, quello che arriverà ne ha 64 e gli faranno un contratto di cinque anni. Io ho 66 anni e non ho alcuna voglia di andare in pensione. La norma legale pone un divieto per le amministrazioni pubbliche di conferire incarichi pubblichi a soggetti che sono stati collocati in quiescenza e non è il mio caso. Per i soggetti che possono andare in pensione durante il mandato le amministrazioni valuteranno la possibilità di conferire un incarico gratuito. Oggi ho letto sui giornali che Chiarot non può essere riconfermato e non è vero", ha concluso il sovrintendente del Maggio.
Nardella ringrazia Chiarot, «che è stato e resterà sempre una grande risorsa per la nostra città e per il nostro Teatro». La nomina di Chiarot avrebbe potuto portare a controversie di natura giuridica, come il sindaco ha potuto appurare insieme al direttore generale dello spettacolo dal vivo del Ministero, Onofrio Cutaia che, guarda il caso, occupa oggi al Mibac, il posto che fu per molto tempo di Nastasi.