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  •  18/05/2020
Laura Gigliotti

Foto: 1) Musei Capitolini; 2) Antonio Canova, danzatrice; 3) Museo di Roma; 4) Musei Capitolini, statua di Marforio

Dopo un periodo di chiusura di tutti i luoghi della cultura, privati e pubblici, grandi e piccoli, famosi o noti solo agli addetti ai lavori Roma e l’Italia tutta riprendono faticosamente a muovere i primi passi verso l’agognata normalità. Che ci si è accorti è fatta di piccole cose, di alcuni punti fermi e certezze che sono venuti meno in modo repentino e inimmaginabile. E nel bel mezzo di una stagione che si era annunciata sotto i migliori auspici con la tanto attesa inaugurazione della mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale.

Riaprono i battenti lentamente, a scaglioni, con tutte le cautele possibili, musei, gallerie, biblioteche, archivi che i visitatori trovarono chiusi domenica  8 marzo, ignari di quel decreto emesso inopinatamente nella notte fra sabato e domenica. Un’interruzione obbligata durata oltre due mesi che ha dato il tempo di ripensare in modo critico alla politica culturale seguita in questi anni che ha portato alla realizzazione di innumerevoli esposizioni, alcune molto appetibili e alla moda che avevano l’unico scopo di fare cassetta. Ovviamente con tutte le lodevoli eccezioni del caso legate al valore delle opere in mostra oltre che all’affidabilità degli organizzatori e dei curatori. 

Ma bando alle recriminazioni, guardiamo avanti, in particolare ai Musei Capitolini, al Museo di Roma a Palazzo Braschi e al Palaexpo che riaprono al pubblico  dal 19 maggio. Dal 26 maggio torneranno in funzione   12 biblioteche comunali  in cui sarà attivo anche il prestito.  Dal 2 giugno riprenderanno le attività nei Musei dell’Ara Pacis, Mercati di Traiano, Fori Imperiali, Centrale Montemartini, Museo di Roma in Trastevere, Galleria d’Arte Moderna, Musei di Villa Torlonia, Museo Civico di Zoologia,  Museo Bilotti, Museo Barracco, Museo Canonica, Museo della Repubblica Romana, Casal de’ Pazzi, Museo delle Mura e nelle aree archeologiche aperte al pubblico. Il 3 giugno sarà la volta anche dell’Archivio Storico Capitolino. Con una facilitazione non da poco per i possessori di MIC, una tessera ideata a luglio 2018 che al costo di 5 euro per 12 mesi  consente di entrare nei Musei Civici a chi vive, lavora e studia a Roma e nella città metropolitana. Per i possessori la prenotazione obbligatoria allo 060608, gratuita, attiverà un biglietto da mostrare all’ingresso. Inoltre per i primi tre giorni di apertura dal 19 al 21 maggio  i Musei Capitolini, il museo pubblico più antico del mondo sarà tutto per loro, solo dal 22 maggio riaprirà anche per gli altri.

Ma a questo punto urge una premessa di ordine metodologico riguardo al vasto arcipelago dei “Musei in Comune” di Roma, a salvaguardia della salute di tutti, visitatori e personale incluso. Norme riportate in pannelli ben visibili, che spiegano il modo di informarsi (060608 o www.museincomumeroma.it), l’acquisto dei biglietti per via telematica con prenotazione obbligatoria,  come entrare, per fasce orarie e numeri di persone. E all’ingresso termoscanner per la misurazione della temperatura e una segnaletica sul percorso di visita. Obbligo di mascherina sia per il  visitatore che per il  personale che avranno a disposizione gel igienizzanti. All’interno le consuete cautele, distanziamento fisico e niente assembramenti. 

 A illustrare modalità di accesso e di visita in video conferenza il vicesindaco di Roma Capitale Luca Bergamo, la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli. Molta ampia e differenziata l’offerta per il visitatore. Si va dai capolavori dell’arte classica dei Capitolini alla mostra “Canova eterna bellezza” di Palazzo Braschi  (170 opere di Canova e artisti a lui contemporanei distribuite in 13 sezioni) che  è stata  prorogata, grazie alla disponibilità dei prestatori, al 21 giugno, alle rassegne  già presenti nel Palazzo delle Esposizioni, l’antologica di Jim Dine con oltre 80 opere che rimarrà aperta fino a data da destinarsi, mentre “Metropoli” di Gabriele Basilico un maestro della fotografia italiana e internazionale che presenta oltre 250 opere  chiuderà il 2 giugno. A seguire  come tradizione World Press Photo e a ottobre la “Quadriennale” a cui si sta lavorando da tempo. Nello Spazio Fontana “Condizione Assange”, quaranta ritratti a olio di Julian Assange eseguiti fra febbraio e aprile da Miltos Manetas , un’esposizione inaugurata l’11 maggio a Palazzo  chiuso, una riflessione sulla condizione di reclusione. Una mostra che non si potrà vedere, che rimarrà come documentazione a partire dal dialogo fra l’artista e  Cesare Pietroiusti, con ripercussioni e rimandi a livello digitale. E fra le più attese la spettacolare mostra dei marmi della Collezione Torlonia, avvolti nella leggenda e da decenni invisibili, che riemergeranno finalmente dopo l’estate a Palazzo Caffarelli (doveva essere presentata ad aprile).       

Chiuse tutte le aree archeologiche, sia comunali che statali, Foro Romano, Terme di Caracalla, Fori Imperiali. E Colosseo che si sta organizzando per riaprire dal 28 maggio. Ovunque si  lavora alacremente per risolvere i problemi della sicurezza.

A Roma riaprono anche i grandi musei statali come la Galleria Borghese guidata da Anna Coliva in cui si entra su prenotazione (avveniva anche prima), con turni d’ingresso ogni due ore di 80 persone, il MAXXI (con tiket on line a 5 euro)  dove si potrà di nuovo godere la  genialità di Gio Ponti e  la GNAM che presenta  un’installazione con una grande scritta “Open” e una mostra con opere della collezione intitolata “A distanza ravvicinata”. Riapre “Orazio Borgianni” a Palazzo Barberini, la mostra di Rembrandt a Palazzo Corsini, “Rinascimento marchigiano” le opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma  a San Salvatore in Lauro, “Conversation piece Part VI” alla la Fondazione Memmo e “Elliot Erwitt Icons ”presso il WeGil di largo Ascianghi (l’ex Gil di Luigi Moretti).  L’Auditorium esce all’aperto, invade la Cavea e per l’estate annuncia un serie di concerti dal vivo di artisti italiani e la disponibilità a ospitare spettacoli di prosa di teatri romani che non dispongono di spazi all’aperto, come lo Stabile di Roma.   Fra l’ultima decade di maggio e i primi di giugno si aprono in Italia moltissimi luoghi d’arte. Come il Real Bosco di Capodimonte secondo i consueti orari, a Genova Il Palazzo Ducale e Palazzo Spinola. In Toscana un’ aperture a macchia di leopardo.  A Pisa la Torre e il Museo dell’Opera del Duomo, a Prato il Palazzo Pretorio, ad Arezzo il Museo Archeologico, Casa Vasari, la Basilica di San Francesco e La Madonna del parto a Monterchi. A Forlì  a San Domenico riapre “Ulisse, l’arte e il mito”, mentre a Faenza quella dedicata a Picasso e a Trieste il Castello di Miramare.  



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