La biblioteca nazionale Braidense (Milano) è la terza per importanza dopo quelle di Roma e Milano. Nel 2005 aveva 145 dipendenti di cui 32 bibliotecari, nel 2022 i dipendenti scenderanno a 27 e di bibliotecari, se non ci saranno nuovo concorsi, ne restera' uno solo a gestire un patrimonio di un milione 500 mila volumi e 125 mila visitatori l'anno. "Questo trend non e' sostenibile", è il grido di allarme lanciato da James Bradburne, il direttore di Brera, complesso di cui la Braidense fa parte in occasione della conferenza stampa per la presentazione delle attivita' in programma quest'anno in biblioteca (mostre, conferenze, letture di grandi attori). “Ci sono biblioteche a rischio chiusura" o comunque in una situazione tale che "dobbiamo affrontare come societa'" ha sottolineato Bradburne; le biblioteche, a differenza dei musei, non possono contare sugli introiti della biglietteria e nemmeno sulla consapevolezza che i turisti che attraggono a loro volta garantiscono guadagni a bar, ristoranti, negozi e hotel. In compenso hanno una enorme ricchezza e la mettono a disposizione, spiegato Bradburne.
Alla Braidense "e' diventata difficile anche la semplice apertura quotidiana dei servizi", ha detto Maria Goffredo, la direttrice della biblioteca dove da qualche tempo la sala consultazione resta chiusa il venerdi' e il sabato, la sala manoscritti il venerdi' e il servizio di consegna lunedi' e venerdi' pomeriggio.
La soluzione per quest’anno pensata da Bradburne, vede un mix tra pubblico e privato. In attesa che arrivi nuovo personale (forse alla fine dell'anno) bisogna raccogliere dagli sponsors almeno trecentomila euro, in modo da poter affidare alcuni servizi con delle gare a cooperative, ad archivisti oltre ad attivare stage e borse di studio. "Credo che la soluzione sia agire a Milano. Se dobbiamo aspettare Roma...sappiamo che dobbiamo aspettare tanto", ha aggiunto il direttore. Altro problema e' quello dei depositi. La Braidense e' deposito legale della provincia di Milano. Questo significa che deve conservare ogni cosa che viene pubblicata nella capitale dell'editoria, non solo libri e giornali, ma anche ricettari e persino bollettini parrocchiali. E bisogna trovare il luogo adatto per ospitarli. Questione, questa, che si potrebbe affrontare con il Comune di Milano.