Sabato 1 agosto presso la casa-museo dell’artista salentino Giancarlo Moscara, recentemente scomparso, Regione Puglia – assessorato all’industria turistica e culturale, con il Comune di Lecce e il Polo biblio-museale di Lecce hanno presentato l’allestimento di una mostra dedicata alla ricerca dell’artista.
Lo studio di un artista è il luogo della creazione, uno spazio vivo in cui idee, progetti e quotidiano convivono dialetticamente. Quello di Giancarlo Moscara è stato il teatro della vita creativa e domestica del maestro: fogli, tele, appunti visivi, fotografie, volti, corpi, segni cromatici, forme immaginifiche e personaggi fantasiosi si rincorrono sulle pareti e sui tavoli. Uno spazio in cui respirare la ricerca dell’arte, ragione primaria di un’esistenza votata alla creatività e alla ricerca. Il progetto espositivo inizia qui per concludersi con l'inaugurazione della mostra prevista per il 7 di dicembre al Convitto Palmieri. L'incontro presso la casa dell'artista sarà anche l'occasione per conoscere il comitato scientifico del progetto espositivo.
“Esplorare la ricerca degli artisti salentini è sempre stato uno dei punti primari del nostro impegno. Lo abbiamo fatto con alcune grandi mostre, cataloghi e altre iniziative. Ora è arrivato il momento di un impegno dedicato Giancarlo Moscara, che ha incarnato la figura dell’artista con un’esperienza assolutamente unica nel suo genere. Non dimenticheremo mai la sua lucida freschezza, il segno inconfondibile della sua pittura. Valorizzare la sua casa-studio, trasformandola in casa-museo, è un altro passo indispensabile verso il sostegno della creatività e della cultura contemporanea nel Salento”, suggerisce Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale della Regione Puglia.
“Giancarlo se n’è andato nel novembre del 2019. Ci ha lasciati, noi la sua ‘famiglia’, in un labirinto di immagini: dipinti, disegni, sperimentazioni, sculture di carta e piccoli legni, intrecci di carte, fili e rifili con tessiture di colore. Più di quattromila disegni sono già catalogati nel nostro archivio. Un immenso patrimonio di arte contemporanea, frutto della sua incessante ricerca artistica e accumulato in tanti e tanti anni di lavoro. Un patrimonio che deve diventare ‘eredità’ per la sua terra, che Giancarlo ha amato e da cui non si è mai mosso scegliendola coma ‘casa’ e laboratorio’ da cui partire e a cui tornare dopo ogni esperienza vissuta fuori”, commentano Titti Pece e Marcello Moscara.
Profilo biografico
Maestro per più generazioni di giovani, dal 1959 al 1982 M. insegna Progettazione e Decorazione Pittorica presso l’Istituto d’Arte di Lecce. La sua poliedrica personalità di artista si è applicata nei campi della pittura, della grafica, dell’illustrazione e delle nuove tecniche digitali, manifestando una straordinaria attitudine di sperimentatore e di osservatore/interprete dei grandi temi dell’arte e della cultura contemporanea. Opere di grandi dimensioni insieme a pastelli e disegni degli anni ’60 testimoniano di un intenso periodo di ‘formazione’ in cui Moscara giovanissimo, elabora già un suo personale linguaggio pittorico, guardando ai maestri del ‘900 (Licini, Ensor, Klee e Picasso) e rielaborando sperimentazioni e provocazioni assimilate dalle avanguardie. Il ’68 e gli anni ’70 segnano la fase più attivamente ‘impegnata’ sui grandi temi sociali e politici propri di quel periodo storico; la critica più attenta parla di ‘disegno politico’ e annovera Moscara tra i massimi rappresentanti in Italia di questa ‘scuola’ (un vero e proprio capitolo dell’arte italiana) accanto ad Altan, Tullio Pericoli e Alfredo Chiappori. Nascono in questi anni, con Marcello Fabbri, i “Giornali murali” dellARCI (oggi rari e pregiatissimi fogli da collezione); poi arriva l’importante mostra di disegni a Milano (con catalogo a cura di C. Gozzoli, A. Negro e Marisa Dalia Emiliani). Verranno poi, negli anni ‘80, la collaborazione, con la rivista Rinascita (testata culturale del PCI, luogo di dibattito per tutta la sinistra italiana), la collaborazione con la casa editrice De Donato, la pubblicazione - per i tipi della Dedalo- di “Segni Di/segni”, con un testo di Beppe Vacca. In questi anni ’80 e per tutti gli anni ‘90 diviene di respiro nazionale anche la sua arte dell’acquerello, divulgata attraverso un’intensa attività di illustratore di riviste e pubblicazioni legate ad eventi e ad aziende come IRI, Olivetti, AgipPetroli, Edindustria, Vorverk-Folletto, Sarin e nunerosi altri soggetti anche istituzionali. Sono questi anche gli anni dei primi “intrecci”: acquerelli, anche di grandi dimensioni, realizzati su carte strappate e poi intrecciate a mano. Nel 2001 M. è invitato a disegnare “Le ragioni del fare”: disegni creati con tecnica digitale, poi divenuti 8 grandi pannelli nell’allestimento del Salone della Tecnologia Italiana a Tokio. A documentare in una visione di insieme la sua opera fino alle più recenti produzioni, verrà nel 2009,la mostra “Anabasi” (antologica con catalogo a cura del Museo Provinciale di Lecce, nell’ambito del progetto regionale “Puglia Circuito del Contemporaneo”). È morto nel 2019.