Il Tribunale civile di Roma ha dato ragione a Mibact e CoopCulture e torto ai tour operator sulla vicenda dei voucher inseriti a partire dall’articolo 88 del decreto legge del 17 marzo 2020.
"I tour operator chiedevano la restituzione delle somme per i biglietti acquistati per l'accesso al Parco Archeologico del Colosseo. Il Tribunale invece ha preso atto che gli incassi dei biglietti relativi al primo semestre 2020 erano stati già integralmente volturati da Coopculture all'ente Parco Archeologico", si legge in una nota di Coopculture. Il Tribunale, in questo modo, spiega ancora la nota, ha avuto la possibilità di chiarire alcuni concetti fondamentali per tutto il settore. Innanzitutto, si legge che l’articolo 88 è norma volta a tutelare il settore della cultura e dunque dell’intera filiera (diversamente dall’articolo 88bis che ha il fine di tutelare esclusivamente il mercato del turismo). Successivamente, il Tribunale ha riconosciuto che i proventi che derivano dal servizio di biglietteria e i servizi aggiuntivi sono di pertinenza dell’Ente Parco e per esso del Mibact – i quali hanno l’obbligo in seguito di utilizzarli per azioni di tutela e promozione del sito.
Infine, afferma Coopculture, è stata smantellata ogni possibile ombra sulla esistenza, validità ed efficacia (in regime di proroga ex lege) del rapporto di concessione di pubblico servizio di biglietteria e servizi aggiuntivi che esiste tra l’Ente Parco Archeologico del Colosseo e CoopCulture che agisce come gestore di servizi pubblici, la cui titolarità rimane al Mibact, e che ogni azione da essa realizzata, anche rispetto alla questione dei voucher, è stata del tutto conforme alle prescrizioni di legge e volta alla protezione dell’interesse pubblico.
Si tratta di "una sentenza importante, perchè dà risposte nette a molte questioni, chiarisce il senso dell'articolo 88 a tutela dell'intera filiera, e del ruolo del concessionario Coopculture che opera in piena legittimità e al servizio della istituzione pubblica applicando le normative e che ha devoluto correttamente e immediatamente quanto dovuto al Parco del Colosseo, replicando a tutte le insinuazioni che erano state sollevate. Esprimiamo quindi la nostra soddisfazione e continuiamo orgogliosamente, anche in una situazione così difficile, il nostro lavoro al servizio del patrimonio culturale e delle istituzioni pubbliche, dal Parco del Colosseo al Mibact che ne sono alla guida", dichiara Giovanna Barni, presidente di Coopculture.
Altra polemica che coinvolge la questione dei voucher riguarda diverse compagnie aeree: la Commissione europea, infatti, ha dato il via ad una procedura di infrazione contro l’Italia e la Grecia per aver permesso alle compagnie di trasporto (vettori aerei, marittimi e terrestri) l’uso dei voucher al posto del rimborso ed ha intenzione di realizzarne una seconda per i voucher creati da tour operator e agenzie di viaggi per i pacchetti turistici. Questa seconda procedura coinvolge, oltre l’Italia, altri 10 stati membri: Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Francia, Croazia, Lituania, Polonia, Portogallo e Slovacchia. Gli Stati citati dovranno rispondere alla Commissione entro due mesi ed individuare le misure da attuare per risolvere le criticità segnalate; diversamente la Commissione potrà andare avanti con una richiesta formale di adeguamento al diritto comunitario (Regolamento 261 del 2004, riguardo i vettori e direttiva sui pacchetti turistici e servizi turistici collegati, riguardo il comparto del turismo organizzato).
"Le associazioni rappresentative del turismo organizzato, Aidit, Assoviaggi, Astoi e Fto si aspettano che il governo difenda strenuamente e, soprattutto, pubblicamente la propria posizione, provvedendo a rendere i voucher strumenti maggiormente flessibili, ma non mettendo minimamente in discussione il principio sul quale si fonda la norma. Un eventuale ripensamento vorrebbe dire condannare a morte sicura migliaia di imprese, la perdita dell'occupazione per milioni di lavoratori e non garantire affatto i diritti dei consumatori che, una volta fallite le aziende, non avranno più né voucher né rimborsi", spiega una nota.
Da ciò che è possibile leggere nel comunicato della Commissione Europea, un’eventuale trattativa risulta impossibile. Nel corso dell’emergenza, dichiara l’esecutivo europeo, è stato periodicamente comunicato che i diritti dei consumatori rimangono validi, e che le soluzioni pensate dai diversi Paesi per sostenere l’industria non devono violare il regolamento comunitario, fino a febbraio mai messo in discussione da alcun Paese membro.