A causa del coronavirus i turisti cinesi stanno annullano le prenotazioni negli alberghi toscani, e solo a Firenze e provincia si prevede una flessione “tra 200mila e 400mila presenze da ora a maggio”. Sono le previsioni di Federalberghi. "La situazione è molto dinamica in questo momento, ci sono cancellazioni dovute al contesto generale” dichiara Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana. Siamo preoccupati perchè i turisti cinesi valgono in Toscana un milione di presenze all'anno, sono una componente molto importante". Il danneggiamento economico per le imprese, sottolinea Barbetti, "sarà tanto più grande quanto più lunga sarà l'attesa del vaccino. La preoccupazione è molto alta, i rischi ci sono, ma gli operatori e le istituzioni sono allertate e creare inutili allarmismi non aiuta". I settori maggiormente colpiti dalle cancellazioni sono quelli del turismo invernale cinese: Firenze, Pistoia, Montecatini, Siena. Secondo Francesco Bechi, presidente di Federalberghi Firenze, "il fatto di avere il blocco dei voli da e per la Cina, oltretutto in occasione del Capodanno cinese sta provocando un forte numero di cancellazioni da parte dei turisti cinesi". "Come categoria di imprenditori lavoriamo su tutti i mercati, elemento che aiuta a integrare e sostituire dove possibile la carenza di tipologie precise di flussi turistici. Molte strutture continuano a lavorare con i cinesi ma anche con i turisti che vengono da altre aree, questo ci aiuterà a contenere la flessione".
Il principale timore degli imprenditori, sottolinea Bocca, presidente di Federalberghi, è il “danno di immagine” che potrebbe avere ripercussioni anche sul turismo proveniente dagli Stati Uniti: "Se gli americani vedono foto e video di immagini con italiani con le mascherine rinunceranno a venire. I numeri delle cancellazioni allora potrebbero decuplicarsi. Il coronavirus è naturalmente una cosa seria che va monitorata ma bisogna stare attenti alla comunicazione. La situazione va gestita senza drammatizzare, con sangue freddo". Bocca inoltre ricorda che l’epidemia di Sars fermò per circa un anno il turismo internazionale: un rallentamento che gli operatori si augurano di non dover vivere nuovamente. "Ma il Coronavirus ha una mortalità molto inferiore alla Sars e in Italia non viviamo una situazione di pericolo, non siamo in Cina", conclude.
L’epidemia di Coronavirus “indubbiamente comporterà una riduzione delle presenze turistiche”. Lo dichiara il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, secondo cui si verificheranno ripercussioni sul piano economico per il settore, dato che "il turismo cinese prende sempre maggiore significato". "Dati ancora non ci sono ma siamo certi che ci sarà un calo, almeno per i prossimi 6 mesi, finchè non sarà trovato un antidoto al virus influenzale", afferma. La premura di Messina però non riguarda tanto le probabili disdette, quanto la tutela di operatori e dipendenti: "La salute dei turisti e di chi lavora viene prima dell'aspetto economico". Ma secondo Messina “poiché il sistema turistico-ricettivo ora è in trincea, è necessario che gli addetti vengano adeguatamente informati”.
Il coronavirus sarà un problema significativo per i rapporti commerciali con la Cina. Ma, una volta rientrata l’emergenza, l’Italia deve mostrarsi pronta a cogliere il rimbalzo del turismo e del commercio e deve allestire campagne promozionali e di comunicazione del Made in Italy in Cina. Lo dichiara Vincenzo Petrone, direttore generale della Fondazione Italia Cina. "La Cina ha già dimostrato con la Sars nel 2002-2003 di avere una straordinaria capacità di recupero e ci aspettiamo, una volta che il picco dell'epidemia sarà stato superato, una ripresa molto forte dell'economia cinese e del suo turismo”. "Nella seconda metà di quest'anno se ci attrezziamo bene potremmo recuperare quello che stiamo perdendo nella prima metà dell'anno". Ma questo, sottolinea, "dipende molto anche dalle istituzioni. Si dovrebbero preparare delle campagne promozionali importanti sia sul piano della produzione italiana di beni di lusso e alimentari sia del turismo. Bisogna preparare una campagna di promozione e di comunicazione istituzionale". "In questo momento la Cina si sente un po' tagliata fuori dal mondo e chi oggi fa un gesto politico, di comunicazione e di vicinanza al popolo cinese, secondo me ne ricaverebbe vantaggi importanti".
"In questo momento l'importante è riuscire a contenere il contagio del Coronavirus ed evitare al massimo di alimentare panico e allarmismo. Giovedì saranno convocati al MIBACT i rappresentanti delle varie categorie del settore turistico per fare il punto sulla situazione e capire come affrontare questa fase di emergenza, in particolare sul fronte dei flussi in arrivo che stanno risentendo delle restrizioni sui voli". E’ quanto afferma in una nota Lorenza Bonaccorsi, sottosegretaria al Turismo del Mibact. "E' stata sospesa la concessione di visti in Cina per l'Italia da parte delle agenzie autorizzate. Restano solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza. La chiusura del traffico aereo da e per la Cina rientra in questa politica di contenimento. E' normale che ci sia preoccupazione tra i cittadini ma è bene non cedere spazio alla paura e all'allarmismo", dichiara Bonaccorsi.