La rapida diffusione del coronavirus nel nostro Paese rischia di mettere in ginocchio l'industria del turismo italiano. Secondo la vicepresidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, per il settore il secondo semestre del 2020 è già compromesso. Si prospetta una perdita di oltre 5 miliardi di euro, secondo l'Ufficio Studi di Confali, il coordinamento della filiera agroalimentare di Confcommercio-Imprese per l'Italia.
Solo per il comparto del turismo congressuale e degli eventi si stima un ribasso di oltre un miliardo e mezzo di euro nell'arco di un mese. Regioni quali l'Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto, dove si è registrato il più alto numero di contagi, sono state costrette a vietare sul proprio territorio lo svolgimento di eventi e manifestazioni pubbliche e private. A queste misure, si aggiungono i provvedimenti presi in via precauzionale in altre zone d'Italia, come, per esempio, la decisione del Comune di Roma di sospendere i concorsi pubblici nazionali in programma nei prossimi giorni presso l'area Fiera di Roma.
“In questo momento è importante mantenere i nervi saldi e attendere l'evolversi della situazione, confidando in un rapido miglioramento delle prospettive”, ha dichiarato Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi, cercando di smussare gli animi generali. Bocca ha inoltre precisato che gli albergatori cercheranno di andare incontro alle esigenze dei clienti e che il diritto al rimborso scatterà solo nell'ipotesi di effettiva impossibilità sopravvenuta (es. albergo ubicato in uno dei comuni in quarantena, cliente residente in uno dei comuni in quarantena, soggiorno prenotato per gita scolastica etc.).
Comune, da ogni comparto dell'industria del turismo, è l'appello alle istituzioni affinché vengano adottate delle misure che salvaguardino tutte le imprese del settore. CNA Turismo ha chiesto la convocazione immediata del tavolo di crisi sul turismo promosso dal ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini. “È urgente - si legge sul sito del CNA - l’assunzione di misure per alleviare il pesante impatto economico prevedendo la sospensione dei versamenti contributivi e di disporre misure straordinarie di supporto al reddito dei lavoratori dipendenti e indennità per artigiani e lavoratori autonomi danneggiati dalla crisi”. Fiavet Lazio - il comparto regionale della Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo - soprattutto per tutelare gli operatori del turismo che trattano in maniera prevalente viaggi d'istruzione, attualmente sospesi per decreto del governo, ha invece individuato in autonomia tre linee d'azione. La prima, di natura legale, consiste nella definizione e nell'avvio di una corrispondenza condivisa, legalmente e formalmente corretta, in risposta alle richieste di rimborso pervenute e che perverranno da parte degli Istituti scolastici e con i fornitori di servizi in merito ai contratti già stipulati; la seconda, rivolta alle altre sigle di rappresentanza sindacale, intende ricercare una base comune per l'interlocuzione con le scuole, con i fornitori e soprattutto con le istituzioni, per fare tutto il possibile a livello sindacale per garantire le aziende dagli inevitabili ripercussioni di tipo economico; la terza, infine, predispone un intervento unitario affinché, innanzitutto, nei redigenti decreti siano evitati equivoci che producano aree grigie sull'effetto territoriale e temporale del decreto. Congiuntamente a questi provvedimenti Fiavet Lazio si impegna inoltre “a monitorare costantemente l'evolversi della situazione e ad assicurare, unitamente alle altre sigle di rappresentanza sindacale, una comunicazione il più precisa e tempestiva possibile a garanzia dei diritti dei propri associati”, come spiegato in una nota.
In Italia il turismo genera circa il 12% del Pil e occupa oltre 4 milioni di lavoratori, con un giro d'affari di 146 miliardi di euro. Sul territorio nazionale sono quasi 216mila gli esercizi ricettivi e 12mila le agenzie di viaggio. Sulla base dei dati del 2018, il movimento di passeggeri negli aeroporti italiani supera i 180 milioni, quasi 80 milioni di persone transitano invece per i porti, mentre sono circa 75 milioni le escursioni turistiche realizzate attraverso l’uso dell’automobile e 4,5 milioni i treni che vengono presi per motivi turistici.