Giovane, iperconnesso e amante dei viaggi individuali. È l'identikit del nuovo viaggiatore cinese, sempre più interessato alle esperienze locali e alle attività culturali e di intrattenimento e sempre meno disposto a partecipare ai viaggi organizzati. È questo il profilo giusto a cui l'Italia deve puntare per assicurarsi una fetta di un mercato sempre più in espansione.
Solo nel 2018, sono stati 168 milioni i turisti cinesi che hanno effettuato viaggi all'interno della Cina, pari al +14% rispetto al 2017, mentre sono stati 150 milioni i cinesi che lo scorso anno hanno viaggiato all'estero, di cui 71 milioni escludendo Hong Kong, Macao e Taiwan, con un aumento del 15% sul 2017. "Ma nel 2030 questo numero potrebbe salire fino a 400 milioni", ha detto Stefano Fiori, presidente della sezione Turismo di Unindustria che oggi insieme all'associazione Civita ha promosso il convegno 'Turismo Italia-Cina: pronti a partire? Le nuove frontiere di un trend in crescita', organizzato in vista del 2020, proclamato anno della cultura e del turismo tra Italia e Cina.
Su tutti, sono stati 6 milioni i turisti cinesi che hanno scelto l'Europa, il 20% in più rispetto all'anno precedente. "Dopo l'Asia, il continente più visitato è il nostro", ha aggiunto Fiori. L'Italia si posiziona ai primissimi posti della classifica preferita dal turismo cinese e nel primo semestre del 2019 guadagna un +8,2%, mentre per quanto riguarda le città Roma e Milano sono rispettivamente al nono e decimo posto tra le venti città più visitate nel mondo tra il 2017 e il 2018, capitanate da Londra, Parigi e New York.
A partire dal 2012, poi, la spesa complessiva del turismo cinese all'estero ha registrato un "rapido incremento" fino ad arrivare ai 288 miliardi di dollari nel 2018. "Bisogna industrializzare e diffondere l'offerta. I turisti cinesi hanno speso all'estero il doppio dei turisti americani, e se è vero che i numeri sono con questa progressione, il nostro compito è fare in modo che questi flussi siano il più possibile ordinati e governati per favorire la qualità del sistema", ha aggiunto Francesco Rutelli, coordinatore del Forum culturale Italia-Cina.
"Come Italia possiamo raccontare tutti i diversi turismi", ha aggiunto Giorgio Palmucci, presidente Enit, l'Ente nazionale italiano turismo che per il 2020 anno della cultura e del turismo tra Italia e Cina sarà al tavolo con il Mibact e il ministero degli Esteri per gestire la comunicazione degli eventi. Sui consumi totali aumenta la spesa per i pasti, che impegnano il 14% del totale, le strutture ricettive, il 21% del totale e le attività culturali e di intrattenimento, pari al 24% della spesa totale. Ma cresce anche l'interesse per le esperienze locali.
La sottosegretaria del ministero dei Beni culturali con delega al Turismo Lorenza Bonaccorsi ha tenuto a dire: "Dobbiamo valorizzare sempre di più tutti i nostri territori che sono pieni di potenzialità e vanno accompagnati verso una promozione sempre più capillare nel mercato cinese che sta cambiando e sta andando sempre di più verso un turismo individuale. Dobbiamo parametrare la nostra offerta a questa nuova domanda". E in effetti, i dati raccontano di un profilo completamente nuovo, con una incidenza dei giovani che cresce sempre di più. Il 31% dei viaggiatori cinesi è infatti costituito dalla generazione nata negli anni Ottanta.
"Dobbiamo abbandonare gli stereotipi - ha detto ancora Fiori - perché il 35% dei turisti cinesi viaggia su base individuale, mentre un altro 35% è alla ricerca di esperienze. I giovani cercano prodotti che il nostro Paese è in grado di dare: esperienze enogastronomiche, museali e di divertimento. Per l'Italia questo significa una grande opportunità", ha aggiunto Fiori, che ha ricordato anche l'alto tasso di connessione dei viaggiatori cinesi. "Lo smartphone è uno strumento fondamentale per loro, per chattare, ma anche per pagare".
Lo ha capito Aeroporti di Roma, che nel suo shopping mall di lusso ha inserito sistemi di pagamento tramite smartphone proprio per loro, così come i punti di distribuzione dell'acqua calda. "Abbiamo deciso di investire e di adattarci alla loro cultura e oggi abbiamo il livello più alto della certificazione Welcome chinese", ha detto infine Ugo De carolis, amministratore delegato di AdR. "Stiamo lavorando sul gemellaggio con l'aeroporto di Pechino - ha aggiunto - ma è necessario che vengano sbloccati gli accordi bilaterali per aumentare il numero delle frequenze settimanali".
Il turismo, ha detto infine il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, "è la sintesi della capacità attrattiva di un Paese e quello cinese è destinato a crescere se effettivamente c'è la capacità dell'Italia di fare sistema e garantire un flusso reale e concreto tra Italia e Cina".