Musei, parchi archeologici, biblioteche e archivi sono attualmente chiusi a causa dell'emergenza Coronavirus, ma “la cultura non si ferma”, come recita la campagna lanciata dal Mibact che raccoglie le iniziative virtuali messe in atto dagli istituiti statali per permettere di rimanere a contatto con l'arte e la cultura nonostante la difficile circostanza. Tra le numerose realtà che finora hanno aderito alla campagna, c'è anche l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, uno degli istituti di restauro più prestigiosi a livello internazionale, il quale, attraverso un video pubblicato sul canale YouTube del Mibact con l'hashtag #iorestoacasa, ha deciso di svelare i segreti della lavorazione dei mosaici realizzati con pietre pregiate, la cosiddetta tecnica di lavorazione del “commesso in pietre dure”, particolare tecnica di mosaico dell'area fiorentina nei periodi romanico e rinascimentale. Grazie al contributo dell'Opificio, viene dunque mostrata al pubblico una parte di “backstage” caratteristica di quelle professionalità che si occupano di conservazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali.
Nel video, intitolato “Tecniche di lavorazione del commesso in pietre dure”, viene riportato in una composizione lapidea “l'Allegoria della Terra” di Giuseppe Zecchi, un olio su tela del 1750. Dapprima l'opera viene ricalcata su carta, in seguito il modello cartaceo viene scomposto in singole parti e poi ogni parte viene riprodotta su sottilissime lastre in pietra dura che, ritagliate e assemblate, ripetono la scena raffigurata nel dipinto. Tutti i passaggi della lavorazione sono descritti da un testo in sovrimpressione, sia in italiano che in inglese.