Il Cnr-Ibe ha stabilito provenienza e datazione delle 24 tavole di quercia rinvenute durante i lavori per la Metro C di Roma. Il ritrovamento era avvenuto durante la campagna di scavi realizzata tra il 2014 e il 2016 in via Sannio (zona San Giovanni in Laterano), in occasione dei lavori per la realizzazione della nuova metropolitana capitolina.
In seguito a numerose indagini scientifiche l'Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) ha stabilito la provenienza – Francia nordorientale, nell'area compresa tra il massiccio del Giura e l'alta Valle del Reno – e la datazione – al 40 d.C., epoca affine alla cronologia degli altri manufatti scoperti sul luogo – dei reperti utilizzati come fondamenta di un portico romano di epoca imperiale.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Plos One in cui si legge che "Le tavole, lunghe circa quattro metri, costituivano le casseforme di fondazione di un portico riccamente decorato, appartenente a una vasta proprietà appena fuori dalle antiche mura Aureliane – spiega Mauro Bernabei del Cnr-Ibe, autore del lavoro con il collega di Istituto Jarno Bontadi –. I campioni di legno erano dunque già in origine destinati a rimanere sottoterra e sono arrivati fino a noi grazie all'ambiente umido di conservazione". Per quanto riguarda la datazione "è stata effettuata mediante dendrocronologia, la scienza che studia gli anelli di accrescimento degli alberi - prosegue Bernabei -. Le sequenze ottenute dalle tavole sono state confrontate con quelle della stessa specie, diffusa in varie aree europee: abbiamo potuto così verificare le analogie maggiori con quelle degli alberi cresciuti nei boschi della Francia settentrionale".
Secondo i risultati della ricerca i romani preferirono rifornirsi così lontano perché nel più vicino Appennino centrale non avrebbero trovato fusti con caratteristiche meccaniche adatte a delimitare l'area di fondazione a cui erano destinati. Il trasporto fu possibile grazie all’efficienza della macchina logistica romana, in grado di condurre materiali dai confini dell'Impero fino al cuore dell'Urbe, sfruttando le vie fluviali.
“Se in epoca romana è ben noto il commercio di lunga distanza per materiali come i marmi, per il legno si sa ancora poco e la logica ci porta a ipotizzare un approvvigionamento dalle aree più prossime alla città. Questo ritrovamento di legname di provenienza estera per usi strutturali, invece, induce a pensare che importazioni di questo genere fossero una consuetudine”, conclude Bernabei.