Foto: a sinistra segni di frazione lineare A e loro trascrizione standard; a destra tavoletta di argilla lineare A
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha messo a punto un nuovo metodo che potrebbe risolvere l’enigma legato alla scrittura dei numeri nell’antichità.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Archaeological Science, offre nuove informazioni sul sistema di frazioni della Lineare A, la scrittura ancora indecifrata utilizzata sull’isola di Creta dalla civiltà Minoica. Inoltre porterebbe a rivedere anche il sistema della Lineare B utilizzato successivamente dalla civiltà Micenea, attestando una correlazione tra le due culture.
La Lineare A è un sistema di scrittura composto da segni sillabici e sviluppato dalla civiltà Minoica circa 3.500 anni fa. Come altri sistemi di scrittura veniva utilizzato soprattutto per funzioni amministrative e funerarie. Al suo interno includeva dei segni numerici che indicano non solo unità intere, decifrate da tempo, ma anche frazioni, segni che restano ancora senza soluzione.
Come spiega Silvia Ferrara – professoressa del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'Università di Bologna che ha guidato lo studio – ci sono due problemi principali che finora hanno impedito la decifrazione: documenti danneggiati o di difficile interpretazione e contraddizioni nell'utilizzo di alcuni simboli “il che ci fa pensare che il sistema di notazione sia cambiato nel corso dei secoli”.
Per risolvere l’enigma i ricercatori hanno deciso di concentrarsi su un periodo in cui il sistema di scrittura dei numeri venne usato in modo coerente in tutta l’isola di Creta. Hanno perciò studiato tavolette e altri documenti prodotti tra il 1.600 e il 1.450 a.C. utilizzando metodi di analisi paleografica dei segni e di analisi computazionale e comparata dell'utilizzo delle frazioni nelle altre scritture del mondo antico. Strumenti di ricerca raramente utilizzati in modo congiunto. Infine, sono arrivati ad ipotizzare i valori che meglio potrebbero corrispondere ai segni da decifrare, cioè un sistema in cui il valore più basso corrisponde a 1/60 ed è in grado di registrare la maggior parte dei valori compresi nell'arco dei sessantesimi.
Questa soluzione potrebbe avere importanti implicazioni con un altro sistema di scrittura: la Lineare B utilizzata in epoca successiva dalla civiltà Micenea (tra il 1.450 e il 1.200 a.C.).
“I risultati a cui siamo arrivati mostrano come la scrittura Lineare B dei Micenei abbia riutilizzato alcune frazioni della Lineare A per esprimere particolari unità di misura - conferma Silvia Ferrara - Ad esempio, il segno che nella Lineare A indica 1/10 è stato adattato nella Lineare B come unità di misura per prodotti secchi che corrispondeva ad 1/10 di una misura più grande. Questo mostra una continuità storica tra le due culture nell'utilizzo dei sistemi di scrittura, dalle frazioni alle unità di misura”.
Lo studio, dal nome ‘The mathematical values of fraction signs in the Linear A script: A computational, statistical and typological approach’, è stato realizzato dai membri del progetto Erc Inscribe Michele Corazza, Barbara Montecchi, Miguel Valério e Fabio Tamburini, guidato da Silvia Ferrara. Il progetto Inscribe (Invention of Scripts and their Beginnings) è dedicato ad indagare i fattori che hanno portato all'invenzione della scrittura in tutto il mondo.