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  •  07/09/2020
Federica Giosi

Dopo 49 anni, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha restituito alla comunità di Scansano (Grosseto) una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia, rubata nella chiesa di San Giovanni Battista.

L’opera, una madonna con bambino, era stata trafugata la notte del 9 agosto del 1971, negli anni del ‘grande saccheggio’ in cui molti beni d'arte e reperti archeologici venivano trafugati dall'Italia ed esportati illecitamente. Questo contesto portò la Comunità internazionale a sottoscrivere la Convenzione Unesco del 1970, primo strumento internazionale dedicato alla lotta al traffico illecito di beni culturali in tempo di pace.

Nel 2013 i militari del Ntpc di Firenze accertarono che la terracotta, dopo essere stata venduta nel 2011 all'asta a Londra, era stata acquistata da un canadese in buona fede, per 340mila dollari. La comparazione fotografica tra l'immagine presente nel catalogo di vendita e quella inserita nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti ha permesso di accertare la corrispondenza e riconoscere l’opera. Nel 2016 i carabinieri hanno avviato le trattative di restituzione con il collezionista canadese e nel 2019, con l'ordine di confisca da parte del gip, il manufatto è stato restituito all’Italia per essere esposto nella mostra al Quirinale ‘L'arte di salvare l'arte. Frammenti di storia d'Italia’, realizzata in occasione del 50esimo anniversario dell'istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.  

Lo scorso 5 settembre, concluso l'intervento sulle misure di sicurezza, la terracotta è stata ricollocata nella chiesa di San Giovanni Battista. Alla cerimonia di restituzione hanno partecipato: il vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello Giovanni Roncari, il sindaco di Scansano Francesco Marchi e il generale Roberto Riccardi, comandante del comando carabinieri che ha restituito la scultura.

Centrale per le indagini è stato l’intervento tempestivo del parroco, don Francesco Mascalzi, che il giorno seguente al furto denunciò il fatto alla stazione carabinieri fornendo una fotografia del bassorilievo permettendone il riconoscimento.


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