Dal 10 ottobre al 26 gennaio sarà possibile ammirare la Pala dei Decemviri di Pietro Vannucci detto Il Perugino nel suo luogo originario, la Cappella della Priori a Perugia, all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. La mostra, curata da Barbara Jatta, direttrice del Musei Vaticani, da cui proviene l’opera, e da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, con il patrocinio del Comune, il contributo della Regione e l’aiuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, realizza il ricongiungimento tra la cornice e la cimasa, che si trovano alla Galleria Nazionale dell’Umbria, e la tela. Nel 2020, dopo la presentazione a Perugia l’opera sarà nuovamente esposta, ancora nella sua interezza, ai Musei Vaticani, in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello.
La Cappella dei Priori, costruita a metà Quattrocento durante i lavori di ampliamento del Palazzo dei Priori, fu sottoposta a diversi interventi decorativi per renderla il luogo più caratteristico dell’edificio: il pavimento in maiolica invetriata, abbellito con motivi floreali alternati ad angeli in volo, fu realizzato da Giacomo di Marino tra il 1455 e il 1457; le pareti con i cicli pittorici dedicati ai due santi protettori della città e del palazzo, Ercolano e Ludovico di Tolosa, vennero dipinte da Benedetto Bonfigli tra il 1454 e il 1469; l’intagliatore Gaspare di Giacomo da Foligno ed in seguito Paolino da Ascoli realizzarono il coro ligneo, intarsiato con grifi e motivi vegetali.
Perugino, nello specifico, realizzò per l’altare della Cappella la Pala dei Decemviri, raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Ercolano, Costanzo, Lorenzo e Ludovico: Ercolano, il "defensor civitatis" dall'assedio di Totila, morto nel 549; Costanzo, il primo vescovo della città martirizzato al tempo di Marco Aurelio; Lorenzo, il santo patrono a cui è dedicata la cattedrale di Perugia; Ludovico, il protettore del Palazzo dei Priori, proclamato santo nel 1317. L’opera ha una forte valenza identitaria ed un forte riferimento alla dimensione civica, grazie al tema iconografico.
Inizialmente la Pala fu commissionata nel 1479 a Pietro di Galeotto, ma in seguito alla sua morte il progetto passò a Pietro Vannucci nel 1483. Il secondo progetto prevedeva una cimasa con la Madonna della Misericordia, per la realizzazione della quale fu chiamato Sante di Apollonio, che la terminò nel 1486. L’anno seguente, tuttavia, Il Perugino ridipinse la cimasa, perché i Decemviri vollero onorare l’apertura del Monte di Pietà con un’immagine di Cristo in Pietà. La tavola centrale, che riprende gli schemi compositivi già realizzati per la pala di S. Domenico di Fiesole e per quella di S.Agostino di Cremona, fu ultimata da Vannucci nel 1495 ed è sottoscritta sulla pedana del trono “hoc Petrus de chastro plebis pinxit”. La pala rimase nella sua collocazione originaria fino al 1553, anno in cui fu trasferita dalla Cappella dei Priori ad una nuova sistemazione, in altri ambienti del palazzo.
L’opera fu requisita dalle truppe francesi come conseguenza del Trattato di Tolentino e collocata nel Musée de la République (successivamente Musée Naoleon ed oggi Musée du Louvre), secondo un destino comune a molte opere appartenenti alla Chiesa. Tuttavia, per qualche ragione, i francesi ignorarono la cimasa raffigurante il Cristo in pietà e la cornice in legno realizzata da Giovanni di Battista di Cecco, le quali, dopo un breve soggiorno alla Quadreria dell’Accademia di Perugia, furono riportate a Palazzo dei Priori. Successivamente, nel 1816, conclusasi la parentesi di Napoleone e restaurata la monarchia borbonica, fu Antonio Canova, inviato a Parigi da Pio VII, a riportare la tela in patria, nello specifico a Roma, alla Pinacoteca Vaticana, dopo non poche polemiche da parte del popolo perugino.
La mostra perugina è accompagnata da un volume della collana “ I Quaderni della Galleria” pubblicato da Aguaplano Libri.