“Arte, Italia e Pubblicità. Comunicare meglio, comunicando il bello” è titolo dell’incontro tenutosi ieri a Roma tra UPA e Associazione Civita per raccontare come l’arte e il paesaggio italiano abbiano contribuito a creare valore per le aziende, attraverso le pubblicità che li hanno visti protagonisti.
Il convegno – organizzato da Utenti Pubblicità Associati con il Comitato Marketing e Cultura e Associazione Civita – ha visto succedersi illustri esponenti del mondo dell’arte, della pubblicità e dell’imprenditoria italiana sul tema del rapporto fra arte, cultura, Made in Italy e comunicazione pubblicitaria, al fine di mettere in luce opportunità, criticità e potenzialità di un linguaggio comune. “L’incontro odierno, promosso da Civita ed Upa, ci invita a riflettere sul proficuo scambio che, in termini di opportunità, può nascere fra aziende e territori nella promozione della rispettiva immagine in ambito pubblicitario” ha commentato Gianni Letta, Presidente dell’Associazione Civita, durante il convegno.
La collaborazione tra UPA e Associazione Civita non è nuova, hanno recentemente inaugurato, sul canale YouTube UPA Advertising Graffiti, la playlist “Arte, Cultura, Paesaggi d’Italia” che raccoglie circa 80 contenuti audiovisivi tra spot e campagne pubblicitarie dagli anni ’60 ad oggi, con al centro l’arte, la cultura e i paesaggi peculiari – spesso riconosciuti dall’Unesco – del nostro Paese. Un’incredibile raccolta digitale ancora in crescita.
Il contributo dell’arte e dei paesaggi italiani al valore delle aziende attraverso la pubblicità; la cultura del fare e la cultura del bello, cardini del Made in Italy; rifuggire la comunicazione stereotipata per sperimentare nuovi linguaggi; maggiore collaborazione tra artisti, pubblicitari e imprenditori. Sono alcuni dei temi emersi questa mattina durante il convegno.
L’unione tra la storia e la cultura del nostro Paese e la creatività pubblicitaria rappresenta per le aziende un valore aggiunto alla loro comunicazione. La bellezza italiana diviene attrice di storie d’impresa costruite con la creatività emozionale dello storytelling.
Oggi, il territorio nazionale può trarre beneficio dalla promozione delle proprie ricchezze nell'ambito delle campagne pubblicitarie: come ha sottolineato Anna Laura Orrico, sottosegretario al Mibact, tra pubblicità e cultura deve esserci "non contrapposizione ma un dialogo sinergico e vanno incentivati gli investimenti da parte delle aziende proprio in quelle aree più marginali del Paese anche attraverso la collaborazione tra pubblico e privato".
Sul versante delle opportunità ha continuato Carlo Tamburi, direttore Italia Enel e presidente Comitato Marketing e Cultura Associazione Civita sostenendo che "E' un dovere sociale per le grandi aziende occuparsi di cultura, per contribuire a difendere il patrimonio italiano, che ancora non è completamente sfruttato e valorizzato. Le imprese possono solo guadagnare nell'investimento in cultura, ma bisogna incentivare misure come l'Art Bonus, i cui obiettivi ancora non sono stati raggiunti del tutto".
Tra le criticità affrontate emergono il rischio derivante dalla diffusione di immagini stereotipate del nostro Paese (con i territori usati nelle campagne pubblicitarie come meri 'sfondi' e non come protagonisti) e lo svilimento del linguaggio creativo dovuto al consolidarsi di un gusto espressivo medio, senza slanci di innovazione, spesso dovuto alla pressione per il raggiungimento di risultati immediati imposti dalle strategie di marketing.
Come ha sottolineato Lorenzo De Rita, docente ingegneria delle idee “Nella società di oggi c'è sovraesposizione, deficit di sensibilità”, “bisogna tornare a parlare al cuore della gente”, aprendo così uno spunto di riflessione sulle nuove sfide che vedranno coinvolte arte e pubblicità.