Il Gonfalonieri di Artemisia Gentileschi saluterà Bologna per un po’ e sabato 12 settembre il ritratto è stato imballato, pronto per la National Gallery di Londra in cui approderà. Il 3 ottobre il museo londinese inaugurerà, infatti, Artemisia, l’esposizione concepita per celebrare la pittrice italiana che sarà in programma fino al 24 gennaio 2021.
È un arrivederci, non un addio. Il ritratto di Gonfalonieri tornerà nelle Collezioni Comunali d’Arte di Bologna. Su questo non si discute, ma è bello vedere l’interazione tra le varie istituzioni museali europee. È dello stesso parere il presidente Istituzione Bologna Musei, Roberto Grandi, che evidenzia come questa collaborazione dimostri il valore delle collezioni permanenti: «[…] ci inorgoglisce ed è una ulteriore dimostrazione del valore internazionale delle nostre collezioni permanenti. Per i nostri musei il rapporto con i grandi musei di tutto il mondo è una costante».
Cosa si può dire sul Ritratto di Gonfalonieri e su Artemisia Gentileschi? Iniziamo proprio da lei. Artemisia era una donna romana, nata nel 1593, iniziò ad avere da fanciulla i primi contatti con la pittura. Il padre, infatti, era Orazio Gentileschi. Anche lui era un pittore. Tra padre e figlia si era instaurato anche un rapporto di maestro e allieva: è proprio grazie al padre che iniziò a formarsi.
L’opera che la suggella nella volta degli artisti è Susanna e i vecchioni (1610). Dal dipinto emerge il realismo caravaggesco, ma anche riferimenti alla corrente bolognese di Annibale Carracci.
La sua vita e la attività artistica, però, vengono segnate da una spregevole vicenda: Agostino Tassi, pittore a cui Orazio aveva affidato la figlia per formarla ulteriormente, stuprò Artemisia nel 1611. Tassi venne accusato di stupro, perse la causa e venne esiliato da Roma, ma solo sulla carta.
Lascia Roma, si sposa, intraprendere relazioni importanti alla corte di Cosimo II. Ma agli inizi degli anni ’20, Artemisia è nuovamente a Roma e la riprova è il Ritratto di Gonfalonieri (1622). Un olio su tela di 208 cm x 128 cm che vede ritratto un cavaliere con una croce dell’ordine di San Maurizio sul petto e un gonfalone (il vessillo appeso all’asta) sulla destra. Gonfalone da cui prendere il nome.
Il Gonfaloniere, che si mostra con tutta la sua luminosità, aveva sicuramente il compito di portare il vessillo papale durante le parate o i tornei. Lo sappiamo, poiché i cavalieri indossavano le armature in queste occasioni.
Ma il valore di quest’opera è dovuta, oltre alla pregevole esecuzione artistica - come il virtuosismo nella resa dei materiali -, anche da un elemento sul retro: l’opera è una delle poche che presenta la firma dell’artista con tanto di data.
Per ammirare il Gonfaloniere di Artemisia, però, ora bisogna prendere il volo e raggiungere la National Gallery di Londra. Sarà una delle 30 opere selezionate accuratamente per la mostra Artemisia, un progetto espositivo voluto fortemente dal direttore del museo britannico Gabriele Maria Finaldi e dal curatore Letizia Treves. Un percorso pittorico che mostrerà 40 anni di carriere di una donna che ha lasciato il segno. Sarà possibile ammirare Artemisia dal 3 ottobre al 24 gennaio 2021.