(Foto: frammenti dei Rotoli del Mar Morto. Credit: National Geographic)
Come riportato dal National Geographic in un articolo pubblicato 3 giorni fa, sono falsi i 16 frammenti dei Rotoli del Mar Morto conservati nel Museo della Bibbia di Washington. A stabilirlo un team di 5 ricercatori guidato dall'investigatrice specializzata in frodi d'arte Colette Loll, fondatrice e direttrice dell'Art Fraud Insights. I frammenti, secondo lo studio effettuato, che è stato finanziato dallo stesso Museo della Bibbia, sono stati realizzati in pelle antica, ma inchiostrati in tempi moderni e modificati per assomigliare a dei reperti autentici. Si tratta di una scoperta amara, poiché i 16 frammenti sono tra i “pezzi” di punta dell'istituto di Washington, in quanto i Rotoli del Mar Morto, testi di oltre duemila anni fa, includono le più antiche copie sopravvissute della Bibbia ebraica. “Siamo vittime, vittime di false dichiarazioni, vittime di frodi”, ha dichiarato Harry Hargrave, CEO del Museo della Bibbia.
I Rotoli del Mar Morto sono antichi manoscritti risalenti ad un periodo compreso tra il 150 a.C. e il 70 d.C. e divisi in tre grandi categorie: biblici, apocrifi e settari; di essi sono stati recuperati solo alcuni frammenti, tra il 1947 e il 1956, in undici grotte vicino a Qumran, località sulle rive nord-occidentali del Mar Morto (da qui il nome “Rotoli del Mar Morto”). Dai frammenti ritrovati, tuttavia, è stato possibile ricostruire ben 950 testi diversi di varia lunghezza.
Negli anni '50, un commerciante di antichità residente a Betlemme di nome Khalil Iskander Shahin, meglio noto come Kando, acquisì molti frammenti dei Rotoli dai beduini locali e li vendette ai collezionisti di tutto il mondo. Nei primi anni 2000 entrarono nel mercato antiquario un gruppo di circa 70 frammenti di testi biblici, comunemente chiamati frammenti “post 2002”, che sembravano dei pezzi perduti proprio dei Rotoli del Mar Morto, anche se alcuni studiosi avevano fin da subito ipotizzato che fossero, in gran parte, dei falsi moderni. Collezionisti e musei colsero comunque al volo l'ipotetica opportunità di possedere i più antichi testi biblici conosciuti, tra questi anche il fondatore del Museo della Bibbia, Steve Green, il quale, dal 2009 al 2014, ha acquistato un totale di 16 frammenti di Rotoli del Mar Morto in quattro lotti, compresi sette frammenti comprati direttamente da William Kando, il figlio dell'anziano Kando.
Quando il Museo della Bibbia è stato aperto, nel 2017, ha subito finanziato delle ricerche sui 16 frammenti dei Rotoli in suo possesso; 5 di essi, in particolare, sono stati immediatamente mandati in Germania per dei test sulla composizione del loro materiale. Dagli esami condotti, tutti e 5 i frammenti sembravano dei falsi moderni. Per saperne di più, nel febbraio del 2019 l'istituto di Washington ha contattato Colette Loll e l'ha incaricata di condurre un'indagine fisica e chimica approfondita su tutti i 16 frammenti. Secondo il rapporto stilato dalla Loll e dal team di ricercatori da lei guidato, che è stato ultimato lo scorso novembre, tutti e 16 i frammenti sono dei falsi moderni. A dimostrarlo è la loro composizione. Quasi tutti i frammenti autentici di Rotoli del Mar Morto sono fatti di pergamena, mentre almeno 15 dei frammenti del Museo della Bibbia sono fatti con certezza di cuoio, che, nonostante sia un materiale più spesso, irregolare e fibroso, è stato lavorato finemente per riprodurre l'aspetto dei frammenti originali.
“Questi frammenti sono stati manipolati con l'intento di ingannare”, ha dichiarato Colette Loll. La scoperta solleva gravi interrogativi non tanto sui circa 100.000 veri frammenti dei Rotoli del Mar Morto in gran parte custoditi nel Santuario del Libro che fa parte del Museo di Israele a Gerusalemme, quanto più sui frammenti tornati alla luce nei primi anni 2000.