E’ firmata da 34 parlamentari di Fratelli d’Italia l’interrogazione a risposta immediata depositata mercoledì scorso e rivolta al ministro per i Beni le Attività Culturali ed il Turismo Dario Franceschini. Il settore d’interesse dell’interrogazione è quello del turismo il più colpito dalla crisi economica generata dall’epidemia del Covid-19 ed anche l’ultimo, tra i settori economici, che si riprenderà dalla crisi; nelle stime di Federalberghi e non solo, serviranno tre anni per tornare ai livelli economici pre Covid (nel primo anno riusciranno a ripartire solo il 40 per cento degli operatori e nel secondo anno ancora solo il 70 per cento).
In questo quadro l’interrogazione punta il dito verso l’Enit l’Agenzia del turismo che prima fra tutti i soggetti che operano nel settore dovrebbe essere, in quanto ente pubblico preposto proprio all’attività di promozione e incremento del turismo, il motore del sostegno alla ripresa. Invece, secondo l’interrogazione, l’Enit non appare particolarmente attivo, piuttosto risulterebbe impegnato nella gestione di nuovi contratti ad evidenza non pubblica, aumenti di stipendio per i dipendenti e nelle nuove nomine del CDA, il tutto a discapito della mission istituzionale dell’Ente.
Secondo quanto riportato dalla stampa, prosegue l’interrogazione, nel 2019 l’organismo che dovrebbe promuovere il turismo italiano avrebbe aumentato gli stipendi dei dirigenti e fatto registrare spese ingenti per le missioni in Italia e all’estero.
Ad avviso degli interroganti, è in corso un tentativo di condizionare la gestione dell’Agenzia da parte del Ministro interrogato, che trova ulteriore conferma nelle nomine inserite nel cosiddetto “Decreto Rilancio” che ne disciplinano la governance, trasformando anche il componente attualmente indicato dalle categorie in un membro di nomina politica ( il decreto rilancio, prevedere per l’Enit la nuova figura dell’amministratore delegato nominato dal ministro, ndr). Vista la grave situazione di crisi dell’intero settore e conseguentemente dei posti di lavoro di quanti operano, sembra inopportuna, secondo gli interroganti, che in Enit, ente di proprietà pubblica controllato dal Mibac, si stiano approvando contratti a tempo indeterminato senza procedure di evidenza pubblica e di particolare rilevanza economica.
Chiedono quindi i firmatari dell’interrogazione al ministro quali siano stati i requisiti ed i criteri di assunzione previsti per le nuove nomine, se ci siano stati rapporti professionali diretti con il ministro e se non ritenga necessario garantire una gestione assolutamente trasparente e libera dell’ente, volta esclusivamente al perseguimento più efficace dei fini per i quali è stato creato.
Prontissima la risposta del ministro rispondendo ieri al question time alla Camera.
"Nel dl rilancio ho chiesto una norma che prevedeva di inserire nella governance dell'Enit la figura di un amministratore delegato proprio per dare all'ente dinamicita', presenza e capacita' operativa. Poi regala una quasi concessione agli interroganti di FdI: “Poiche' la nomina era di competenza del ministro e Fdi con un emendamento approvato in commissione ha chiesto il coinvolgimento delle categorie economiche, la nomina la fara' il ministro. Quindi la faro' io, ma dopo aver sentito le categorie, in un giusto coinvolgimento". Relativamente alla nomina in Enit di una sua collaboratrice ed all’iter in corso per trasformare il suo contratto da tempo determinato a indeterminato, il ministro spiega così la vicenda: "Non c'e' nulla da nascondere, una donna molto brava che era stata mia consigliera nel mio precedente mandato e' stata assunta da Enit quando io non ero piu' ministro. La fase di trasformazione del contratto a tempo indeterminato e' ancora in corso. Credo che non verra' mai fatta nessuna pressione, ma non vorrei che avere collaborato con un ministro diventi non un arricchimento del curriculum, ma un appesantimento e un ostacolo, perche' cosi' non e' in nessun Paese del mondo". Giusto, ma il ministro non chiarisce se c’è stata una regolare selezione tra altrettanti qualificati candidati, una ricerca di mercato, ovvero è stata assunta per “chiamata diretta”. Questo fa la differenza, non l’aver lavorato con un ministro. Se così è stato (l’assunzione diretta, ndr ), forse l’aver lavorato con un ministro potrebbe essere stata una vantaggiosa opportunità, preclusa ad altri possibili e altrettanto qualificati candidati mai selezionati.