Importante vittoria giudiziaria delle Gallerie degli Uffizi contro il bagarinaggio online. Per la prima volta un tribunale ha vietato l’uso da parte di terzi dei domini UFFIZI.COM, UFFIZI.NET, UFFIZIGALLERY.COM, UFFIZIGALLERY.NET, UFFIZIGALLERY.ORG e simili. Questi siti sono stati utilizzati per vendere biglietti a prezzi rialzati, utilizzando impropriamente il nome Uffizi per ingannare i visitatori. Oggi ne potrà usufruire solo l’istituzione stessa, cioè Le Gallerie degli Uffizi, che ne rappresentano gli unici legittimi titolari e si trovano sul web con il proprio sito ufficiale Uffizi.it.
Non siamo di fronte ad un contenzioso qualunque: intorno al fenomeno del bagarinaggio circolano somme ingenti, guadagni sottratti alla collettività che finiscono nelle tasche dei furbetti della rete. Gli Uffizi, dunque, hanno dovuto affrontare la prima battaglia legale internazionale del Mibact mai avvenuta su questo fronte, e ne sono usciti totalmente vincitori. Ad emettere la sentenza, in seguito ad un braccio di ferro processuale iniziato dopo l’arrivo di Eike Schmidt alla direzione degli Uffizi, è stato poche ore fa il Tribunale Federale dell’Arizona.
Argomento della battaglia giudiziaria era lo scontro tra gli Uffizi e la società BoxNic Anstalt, che in Arizona aveva contato diversi domini contenenti il nome degli Uffizi. La società ne ha usufruito per anni per il proprio interesse, attuando il secondary ticketing a discapito della Galleria. Ma la Corte Federale dell’Arizona ha affermato il “superiore diritto del museo” rispetto alla società ad utilizzare nome, marchio e logo degli Uffizi.
Durante il processo, per discolparsi rispetto all’illecito uso del nome e degli spazi in rete ad esso correlati, la società BoxNic aveva dichiarato che “uffizi” fosse una versione arcaica del termine “uffici”, e non fosse dunque riferibile alla Galleria. Il tribunale dell’Arizona non si è lasciato convincere da questa argomentazione, considerata pretestuosa ed infondata, ed ha dichiarato la Società colpevole di cybersquatting (occupazione abusiva di spazio informatico), trademark infringement and dilution (violazione e sfruttamento del marchio identitario e commerciale), e unfair competition (concorrenza sleale). La sentenza ha costretto dunque la BoxNic a non utilizzare più né il nome né il logo degli Uffizi (anche in versioni simili), oltre che a trasferire agli Uffizi, entro 15 giorni, la registrazione dei domini che aveva utilizzato.
La lotta contro il bagarinaggio, fisico ed online, è una costante del lavoro di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi: “Questa è una vittoria storica, non solo per Uffizi, per il Mibact e per i beni culturali, ma anche per la dignità dei cittadini onesti. Abbiamo assestato un colpo devastante contro i vampiri della Rete che per anni, come parassiti, hanno illegalmente e in malafede sfruttato il nostro patrimonio e la nostra immagine, sottraendo risorse al bene comune. Ma non solo: questi siti pirata infatti hanno tratto in inganno visitatori di tutto il mondo. La sentenza del Tribunale dell’Arizona segna un precedente internazionale importantissimo, perché da oggi la vita sarà molto più difficile per tutti i bagarini che, da ogni paese, provano ad arricchirsi con il nostro nome. Adesso siamo pronti ad agire contro ognuno di loro, certi di poter vincere”, ha dichiarato.
Schmidt ha inoltre voluto ringraziare “l’eccellente dipartimento legale degli Uffizi, l’Ufficio legislativo del Mibact, l’Ambasciata italiana a Washington e il team di legali americani che ci hanno assistito in questa battaglia per difendere il nostro marchio e la cultura italiana nel mondo”.