Foto: lavoratori del turismo protestano alla Regione Piemonte
Oltre 197 milioni di posti di lavoro potrebbero andare persi nel settore del turismo se le restrizioni di viaggio globali e le misure di quarantena saranno mantenute fino a dopo l'estate. E’ la stima fatta da una ricerca fatta dal World Travel and Tourism Council (Wttc), il forum per l'industria dei viaggi e del turismo, nato negli anni ’80, composto da 200 membri della comunità economica globale e collabora con i governi per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'industria dei viaggi e del turismo.
Secondo la recente analisi, nel peggiore dei casi, dove le restrizioni venissero tolte dopo l'estate, un totale di 197,5 milioni di posti di lavoro sarebbe a rischio, quasi raddoppiando (+96%) i 100,8 milioni di posti di lavoro stimati nella precedente analisi del Wttc. Lo studio mostra anche una forte escalation della perdita economica per l'economia mondiale, in quanto stima che l'impatto di restrizioni di viaggio prolungate potrebbe anche spazzare via il contributo del settore al Pil globale di 5,543 miliardi di dollari (4,873 miliardi di euro), equivalente a un calo del 62% entro il 2019. Inoltre, secondo l'organizzazione, nel peggiore dei casi, gli arrivi internazionali globali subiranno un forte calo del 73% e del 64% per gli arrivi nazionali. Solamente se le restrizioni di viaggio fossero rimosse prima, allora si potrebbero salvare 99,3 milioni di posti di lavoro e le perdite economiche raggiungerebbero i 2,686 miliardi di dollari (2,36 miliardi di euro).
"La ripresa del settore sarà ritardata dalle forti restrizioni, in quanto emerge da uno dei periodi più punitivi della sua storia, e oltre alle compagnie aeree, ne soffrirà l'intero ecosistema dei viaggi, compresi milioni di PMI", ha dichiarato Gloria Guevara, presidente e Ceo del Wttc. In questo senso, ha sottolineato che gli hotel, le destinazioni, le agenzie di viaggio e altri saranno "devastati" dall'effetto domino economico delle prolungate restrizioni agli spostamenti.