Si è svolta a Roma nella mattinata del 31 ottobre, presso la Sala Spadolini del Mibact, la presentazione del 15mo Rapporto annuale di Federculture, "Impresa Cultura. Politiche, Reti, Competenze" che rappresenta un appuntamento di verifica dello stato di salute della cultura italiana, disegnando un quadro ricco e approfondito di ciò che accade nei territori, nella società, sul fronte delle politiche pubbliche e sul versante dell'impresa culturale, di chi, cioè, produce cultura in Italia. Sono intervenuti in questa sede: Daniela Picconi, vice presidente Federculture e direttore operativo E R.U. Azienda Speciale Palaexpo; Andrea Cancellato, presidente Federculture; Carlo Fontana, presidente Agis; Claudio Bocci, direttore Federculture. Concluderà i lavori il ministro per i Beni culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.
Franceschini ha dichiarato: ''La cultura è strategica per la crescita sostenibile del Paese. L'Italia ha sempre saputo fare dell'intreccio tra bellezza, arte e creatività un tratto fondante della propria identità e un elemento di forza. Scommettere su questa vocazione del Paese è una delle chiavi per affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Per questo ho sostenuto e sostengo che il Ministero della cultura e del turismo sia il principale dicastero economico del Paese. Adesso è importante investire sempre di più nella creatività e nel contemporaneo, senza dimenticare il dovere di custodire e valorizzare l'inestimabile patrimonio che abbiamo ereditato dal passato. Nel nuovo assetto del ministero, pertanto, ci sarà una struttura che si occuperà permanentemente delle industrie culturali e creative''.
Secondo Federculture, nel 2018 gli italiani hanno speso 72,5 miliardi di euro in ricreazione e cultura, ovvero il 6,7% della spesa complessiva delle famiglie con un +2,4% sul 2017 (mentre i consumi generali salgono del +1,9%). Nell'ambito del decennio 2008/2018, cui quest'anno il Rapporto dedica un focus, la spesa delle famiglie in ambito culturale aveva subito un crollo del 4,6% tra il 2008 e il 2013 nel pieno della crisi economica, mentre però i consumi complessivi si mantenevano su un +1% e il Pil diminuiva dell'1,6%. Dal 2013 il dato è invece in netta ripresa con +13,4% di spesa in cultura a fronte di un incremento della spesa totale dell'8,8% e del Pil del 9,9%.
A fare la parte del leone sono ancora una volta i servizi culturali e ricreativi, a cui le famiglie destinano 30,3 miliardi di euro, pari al 42% della spesa totale e con un incremento dell'1,4% rispetto al 2017. Dato, questo, sottolinea Federculture, che tuttavia cresce meno di altre componenti, tra cui invece spicca con un +5% la spesa per i libri. Il settore dell'editoria guadagna rispetto al 2017, anche se per un decennio, quello della crisi iniziata nel 2008, ha visto crollare di 1,3 milioni il numero dei lettori italiani, pari al -5,5%.
Nel 2018, Federculture ha contato che 23 milioni di italiani leggono un libro l'anno. Confrontando infine i livelli di spesa in Italia con quelli europei, emerge come la spesa in cultura e ricreazione delle famiglie italiane sia al di sotto della media Ue e lontana dai Paesi più virtuosi: 6,7% sul totale della consumi finali italiani contro l'8,5% della media europea e l'11,5% della Danimarca, primo Paese del continente.
In 10 anni, dal 2008 al 2018, sono stati persi circa 700 milioni di risorse pubbliche in ricreazione e cultura da parte di Regioni, Comuni, Province. Nel 2008, si legge nel Rapporto, la spesa pubblica dedicata al settore era di circa 6 miliardi e 550 milioni di euro, diventati 5 miliardi e 849 milioni nel 2017. Dati che, nel totale, ci posizionano quartultimi in Europa in rapporto alla spesa pubblica totale (1,7%).
Con oltre 63 milioni di arrivi nel 2018, il turismo da paesi esteri in Italia è cresciuto del +5,8% rispetto al 2017. I dati (provvisori) relativi al primo semestre del 2019, però, segnalano un calo, con -2,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. Cresce, sebbene più a rilento, anche il turismo interno con +3,9% di arrivi domestici nel 2018 mentre le presenze sono leggermente in flessione (-1,2%). Aumentati i turisti internazionali, aumentata anche la loro spesa: complessivamente gli stranieri in visita in Italia hanno speso più di 41 miliardi di euro, il 6,5% in più del 2017. Le regioni in cui i turisti spendono maggiormente sono stabilmente il Lazio, la Lombardia, il Veneto e la Toscana, mentre il Sud Italia registra gli incrementi di spesa più elevati in confronto al 2017. Nel decennio 2008/2018, i turisti stranieri sono cresciuti del +51,2%. Più contenuta invece la crescita del turismo domestico con +20%. Se nel 2019 l'Italia è solo ottava nella top ten dei paesi pù competitivi al mondo nel settore turismo secondo il Travel&Tourism Competitiveness Report (prima è la Spagna) scontando la poca possibilità imprenditoriale, è invece quarta nell'indice Risorse culturali e naturali.
Crescono nel 2018 i visitatori di musei, mostre e aree archeologiche, aumentano i fruitori di musica, classica ma soprattutto 'leggera', gli spettatori di teatro restano stabili, mentre calano dell'1,6% i fruitori di cinema. Ma il vero boom è quello dei musei statali autonomi, che tra 2017 e 2018 vedono aumentare i propri visitatori di quasi il 15% e segnano un +3,6%, ma soprattutto i siti archeologici che guadagnano il +9,2%. Il trend di crescita della fruizione museale e' confermato secondo Federculture anche dai dati relativi ai visitatori dei musei statali, che nel 2018 aumentano di oltre il 10%, superando i 55 milioni di visitatori; in particolare forti incrementi si osservano nei musei campani e liguri, mentre nelle regioni del Nord-Ovest e in Sardegna si registrano alcune flessioni.