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  •  06/02/2020
Federico Maria Santilli

Il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha affermato risolutamente che la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, chiamata anche “Convenzione di Faro” dal nome della città in cui è stata stipulata nel 2005, dev'essere ratificata senza ulteriori indugi. Intervenuto ieri in commissione Affari Esteri alla Camera nell'abito dell'esame dei progetti di legge per la ratifica e l'esecuzione di tale Convenzione, il ministro ha sottolineato come una definizione sovranazionale del patrimonio culturale possa essere integrata nel nostro ordinamento senza andare a modificare o a cancellare le definizioni già presenti nel nostro Paese. Dopo l'approvazione del Senato a inizio ottobre dello scorso anno, ora manca solo il via libera della Camera per ratificare la Convenzione.

La Convenzione di Faro è stata firmata da 25 Paesi e ad oggi fa parte dell'ordinamento giuridico di 19 tra questi. L'Italia l'ha sottoscritta nel 2013, ma le procedure di ratifica si sono più volte scontrate con l'esigenza di approfondire ulteriormente il testo del documento. Tra i punti di maggior dibattito, il diritto, individuale e collettivo, “a trarre beneficio dal patrimonio culturale e a contribuire al suo arricchimento”, incentivando, di fatto, un maggiore protagonismo dei cittadini in materia di sfruttamento e tutela del patrimonio culturale, e l'istituzione di un “comitato di monitoraggio” in grado di stabilire le procedure attraverso le quali svolgere in modo corretto le attività di sfruttamento e tutela; in tali disposizioni alcuni deputati di diversi schieramenti politici hanno intravisto il pericolo di “mortificare specifici profili professionali” e di “cedere a terzi il controllo sul nostro immenso e unico patrimonio artistico e culturale”.

Secondo il ministro Franceschini, però, “non sono fondate le preoccupazioni per cui la Convenzione entri in contrasto con il Codice dei Beni culturali, né che possa danneggiare le professioni culturali esistenti, anzi le rafforzerà e ne creerà di nuove non sovrapponibili”; inoltre, in merito al principio della partecipazione attiva delle comunità, ha spiegato che “sta in linea con ciò che si cerca di fare in Italia da anni, cioè l'apertura al privato e il coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei siti, in un partenariato pubblico-privato che abbiamo cercato di sviluppare mettendo a bando per le associazioni no profit siti minori che lo Stato non era in grado di tenere aperti”. Rispetto infine al rischio che una minoranza possa bloccare i diritti di una maggioranza, ha specificato che nel disegno di legge per la ratifica è stabilito che non possono derivare limitazioni rispetto alle norme vigenti in materia. Si augura pertanto che la Camera approvi celermente e senza difficoltà il progetto di legge presentato e che quindi la Convenzione di Faro venga finalmente ratificata.


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