Lo scorso 18 maggio i musei italiani hanno riaperto al pubblico: Arteconomy24 ha dato voce ai direttori dei musei italiani per avere notizia su quali siano i dati sull’affluenza durante l’estate e quali sono i nuovi ostacoli che probabilmente si affronteranno nei prossimi mesi.
Il Covid ha causato una drastica diminuzione di presenze nei musei italiani, dichiara il ministro Dario Franceschini. “Dopo anni di costante crescita di ingressi, ora i dati registrano un calo del 70 per cento rispetto al 2019. Ma la qualità del lavoro non si giudica solo dai numeri, è essenziale la ricerca scientifica come, ovviamente, lo è la tutela”. I dati disponibili sono quelli di gennaio-luglio 2020 rispetto a gennaio-luglio 2019. Lo scorso anno, nei primi sette mesi, le presenze nei musei sono state 28 milioni e 100 mila. Quest’anno si è arrivati a malapena a 8 milioni. Numeri, tuttavia, non totalmente estendibili ad ogni regione d’Italia: quelle maggiormente danneggiate sono Veneto, Toscana, Campania, Lazio.
Il presidente dell’Istituzione Bologna Musei, Roberto Grandi, ha dichiarato: “Un andamento del genere si ritrova anche in alcune delle istituzioni museali più prestigiose del mondo, come il Musée du Louvre a Parigi”. Se anche la grande istituzione museale di Parigi ha registrato -70% di presenza a luglio e -65% ad agosto, i numeri dell’estate sembrano lasciare qualche speranza ai civici bolognesi. Tuttavia, i dati rivelati da Grandi portano un drastico segno meno, soprattutto se confrontati con la fortunata estate 2019. In ogni caso, si assiste ad un debole recupero, che vede un -78% di presenze nei musei civici cittadini a giugno, seguito da un -63% a luglio ed un -51% ad agosto. Nel 2019 la frequenza complessiva era stata equivalente a 625.813 visite, per il 46,4% proveniente dall’area metropolitana di Bologna, per il 26,3% dall’Italia e per il 27,4% da paesi esteri. Nel periodo del Covid a registrare il maggior volume nel bilancio in perdita sono stati soprattutto i visitatori stranieri, l’anno scorso attestato al 53%, quest’anno al 18%. Quasi inesistenti i turisti extraeuropei. Ad ogni modo, la percentuale dei visitatori è stata del 50%, cifra non scontata.
Una notevole eccezione è rappresentata dalla mostra sugli Etruschi al Museo Archeologico, prorogata fino al 29 novembre, che ha visto negli ultimi tre mesi 4mile visitatori. Numeri importanti anche a Velia, ad Ascea, i cui scavi registrano una crescita di entrate equivalente al 59%: sono 13.016 i biglietti venduti, nel lasso di tempo che va dal 21 giugno al 6 settembre; 8.202 quelli del 2019. Se si considerano solo i numeri del mese di agosto, questi arrivano a più del 117%. Si tratta di un’importante ripresa per il sito che, dallo scorso febbraio, appartiene al Parco archeologico di Paestum e Velia, guidato da Gabriel Zuchtriegel.
Aumentano i flussi anche per Paestum; in diversi giorni, per tutta la stagione estiva, è stato raggiunto il numero massimo di ingressi contingentati (240 visite ogni 90 minuti per la zona archeologica, 75 ogni 30 al museo). Chiaramente le cifre non raggiungono quelle dello scorso anno: sono 74mila, rispetto alle 138mila del 2019.
Anche all’estero i dati non sono incoraggianti: nel corso del lockdown il Metropolitan Museum ha già tagliato 400 posti di lavoro e conta di perdere 150 milioni di dollari di entrate a causa del Covid. Anche al 25% della sua capienza, il Met, con 190.000 metri quadrati di spazio espositivo, può includere fino a 2.000 persone ogni ora. Ma si tratta unicamente di ipotesi, dato che il museo non prevede di ospitare più di 4.000 presenze al giorno. Al British Museum i numeri sono fermi a 2.000 visitatori al giorno, un dato molto lontano dalle 18.000 presenze abituali.