Lo scorso lunedì, in concomitanza con la riapertura di cinema e teatri, Triennale Milano, l'istituzione culturale nel capoluogo lombardo dedicata al design, all'architettura e alle arti visive, ha presentato il progetto “Triennale Estate”, 4 mesi di incontri, proiezioni ed eventi dal vivo all'interno del Giardino Giancarlo De Carlo, il Giardino di Triennale (a questo indirizzo https://bit.ly/3e9cUq9 è possibile scaricare il programma completo).
Il ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, in un video messaggio, in quanto impossibilitato a partecipare fisicamente alla presentazione del progetto poiché impegnato negli Stati Generali, ha dichiarato che “l'utilizzo del Giardino di Triennale è in linea con quello che dovrebbe accadere: l'utilizzo degli spazi all'aperto, la riappropriazione di molti luoghi pubblici nelle città che possono diventare posti meravigliosi”. Ha poi però sottolineato che l'utilizzo della rete per lanciare nuove iniziative culturali, così come avvenuto durante il lockdown, è ormai una pratica destinata a perdurare, poiché rappresenta una grande opportunità per chi non può spostarsi e un'occasione per promuovere la cultura italiana nel mondo, seppur lo spettacolo dal vivo rimanga insostituibile. Per questo è nata l'idea di creare – citando le parole del ministro – “una sorta di Netflix della cultura italiana”, ossia una piattaforma che fornisca un ventaglio di offerte culturali online a pagamento per far fronte alla necessità di limitare, in questa fase, gli accessi ai luoghi di cultura fisici. “Questa idea della piattaforma - ha spiegato Franceschini - è già diventata una norma di legge, con 10 milioni di euro, fatta dal ministero insieme a Cassa Depositi e Prestiti”. Proprio la Triennale, secondo il ministro, potrebbe essere il luogo adatto in cui sviluppare un dibattito intorno alle potenzialità, a livello esperienziale, offerte dalla rete.
Nel corso della presentazione sono intervenuti anche alcuni lavoratori lombardi del mondo della cultura e dello spettacolo, che si sono radunati per denunciare la mancanza di tutele nei confronti delle professioni che svolgono e per richiedere alle istituzioni delle garanzie occupazionali, in particolare la continuità di reddito. Il presidente di Triennale, Stefano Boeri, ha invitato i lavoratori a spiegare le ragioni della loro protesta dal palco, davanti a tutti. “Franceschini sta abdicando al suo ruolo. Bisogna ascoltare tutti, non solo alcuni lavoratori ”, ha detto un portavoce della protesta, dato che il ministro, non avendo partecipato alla presentazione, non ha potuto dare ascolto alle rimostranze. Anche l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno, ha cercato di instaurare un dialogo con i lavoratori, all'esterno della Triennale. “Sono interessato ad ascoltare le loro ragioni”, ha affermato Del Corno. “La condizione di intermittenza tipica del lavoro dello spettacolo non sia un alibi per trasformarlo in precariato, bisogna quindi lavorare su strumenti legislativi in questa direzione”. Tra i protestanti c'erano anche alcuni lavoratori della Scala, che hanno lamentato la mancanza di regole chiare sul pubblico da ammettere a uno spettacolo: “il massimale di 300 spettatori è assurdo e non applicabile alla Scala, meglio ragionare su percentuali in base ai posti disponibili”, hanno fatto presente.
Negli ultimi giorni non solo a Milano ma un po' in tutta Italia, a Venezia, a Pesaro, a Palermo, i lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo hanno manifestato davanti ai teatri delle proprie città per richiamare l'attenzione del Mibact e ottenere, tramite un confronto, dei provvedimenti che rendano meno precarie le occupazioni del comparto. “Siamo uniti e siamo qui. Convocateci!”, è questo l'appello comune.