E’ scontro tra lo storico dell’arte e membro del Comitato scientifico delle Gallerie degli Uffizi Tomaso Montanari e il direttore degli Uffizi Eike Schmidt in merito al prestito al Museo del Louvre del foglio 8P, disegno del “Paesaggio” di Leonardo da Vinci del 4 agosto 1473 per la mostra che si realizzerà a partire dal 24 ottobre in occasione dei 500 anni dalla morte dell’artista rinascimentale.
«Come membro del Comitato scientifico delle Gallerie degli Uffizi sono sconcertato dall’uscita dal territorio nazionale di un disegno di Leonardo a cui, in nessun caso, avrebbe dovuto essere rilasciata la licenza di temporanea esportazione», ha dichiarato all’Ansa lo storico dell’arte, secondo il quale si tratta di un’opera «unica», «il primo disegno di paesaggio della cultura artistica occidentale». Montanari, ancora, accusa il ministro Franceschini e il direttore degli Uffizi Schmidt: «Deciderà l’autorità giudiziaria». Si tratta, aggiunge Montanari, «della prima opera datata di Leonardo e datata con iscrizione autografa; di una tra le pochissime opere rinascimentali e di Leonardo datate ad diem (4 agosto 1473). Un’opera straordinariamente preziosa che fa indiscutibilmente parte dei beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo: in questo caso uno dei cimeli più importanti del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi».
Il Codice dei Beni Culturali, menziona lo storico dell’arte, «impone che questi beni non possono comunque uscire dal territorio della Repubblica». Il paradosso, secondo Montanari, starebbe nel fatto che la direzione degli Uffizi individua nel disegno di Leonardo un’ “opera inamovibile” al punto da includerlo in un elenco di opere consegnato al Comitato scientifico «per redigere una forma ufficiale e definitiva della lista di tutte le opere degli Uffizi che non possono uscire dall’Italia». “Mentre dichiariamo inamovibile un’opera proprio allora la movimentiamo violando lettera e spirito del Codice». Sarà dunque l’autorità giudiziaria, conclude, «a valutare se esistano profili di illiceità nella patente violazione del Codice dei Beni culturali consumatasi a Firenze. Come cittadino, come professore ordinario di storia dell’arte nell’università pubblica e come membro del Comitato scientifico delle Gallerie degli Uffizi protesto vivamente contro questo abuso del potere politico e contro l’arrendevole cedevolezza di chi era chiamato a difendere il museo e la legge».
«Abbiamo fatto tutto secondo le norme. Sorprende che il professor Montanari adesso - tre settimane dopo la pubblicazione delle opere oggetto dell’accordo tra Repubblica Italiana e Repubblica Francese - avvenuta pochi giorni prima dell’ultima seduta del Comitato scientifico - si renda conto che tra queste vi è anche il foglio 8P, disegno del «Paesaggio» di Leonardo da Vinci riguardo al quale le Gallerie degli Uffizi hanno seguito pedissequamente l’iter amministrativo stabilito dalle norme, autorizzando il prestito di quest’opera anche sulla base del parere favorevole della Direzione Generale Musei del Ministero». Lo dichiara il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, rispondendo alle accuse. Il direttore ricorda che «quest’anno il “Paesaggio” è già andato in esposizione a Vinci in una mostra speciale inaugurata il 15 aprile dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella».
«Indubbiamente il foglio 8P è tra le opere più importanti del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, così come, a maggior ragione, lo è il gruppo scultoreo `L’incredulità di san Tomaso´ del Verrocchio per il Museo di Orsanmichele - continua Eike Schmidt -, ma la partenza di quest’opera per la Francia, avvenuta circa 10 giorni fa nell’ambito del medesimo accordo di prestito che ha riguardato anche il Foglio 8P, non ha destato indignazione alcuna nel professore». «Una contraddizione curiosa - rileva lo stesso Schmidt -, come altrettanto curioso è il fatto che nelle ultime due riunioni del Comitato scientifico, organo consultivo del Museo di cui lui fa parte, avvenute il 23 luglio e il 26 settembre, si sia - su mio impulso - parlato soprattutto della politica di prestiti, ma Montanari non abbia mai sollevato alcuna questione in merito, né manifestato perplessità al riguardo».