"È necessario ragionare su incentivi alla riapertura delle strutture ricettive immaginando una temporanea sospensione degli oneri contributivi dei dipendenti per le attività che ripartono". Lo ha affermato il Ministro per i beni e le attività cultuali e per il turismo, Dario Franceschini, in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati. "Non è un annuncio di un provvedimento realizzato ma un'ipotesi di lavoro sulla quale stiamo ragionando perché oggi molte strutture ricettive, a fronte di una forte carenza di domanda, preferiscono restare chiuse. Penso che per incentivare le riaperture si potrebbe lavorare a una misura che consenta a chi fa uscire i propri dipendenti dalla cassa integrazione di non pagare per un tempo limitato i contributi. In questo modo lo Stato risparmia, perché ha meno persone in cassa integrazione, e allo stesso tempo sostiene la riapertura facendosi carico della contribuzione per un arco limitato di tempo", afferma il Ministro.
Franceschini ipotizza un incentivo a tempo sugli oneri contributivi per chi ripartirà presto, nonostante una stagione turistica piuttosto sottotono. Il turismo è uno tra i settori che ha ricevuto le conseguenze più dure della pandemia e che impiegherà più tempo per riprendersi; si assisterà, con molta probabilità, ad una ripresa differenziata, con regioni più esposte al turismo americano e asiatico che affronteranno, molto probabilmente, i problemi maggiori. A sostenere il turismo interno c’è il bonus vacanze fino a 500 euro varato dal governo, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sul settore, creando un indotto sulla ristorazione e su tutte le attività che ruotano attorno al mondo delle vacanze.
Il Ministro si mostra piuttosto positivo rispetto alla ripresa, ripartendo dalle città d’arte. Per affrontare la ripartenza servono strategie di lungo termine: riqualificazione delle strutture ricettive, strategia di riqualificazione del patrimonio artistico ed infrastrutture efficienti. "Fino a gennaio di quest'anno dibattevamo di come gestire un boom, una crisi di crescita talmente forte che si parlava di overbooking, di città d'arte che non riuscivano più a contenere il numero di turisti, di ticket di ingresso, di conciliabilità tra turismo in crescita e tutela del nostro patrimonio paesaggistico e artistico. Sembra un altro mondo ma lì torneremo, superata la crisi".
Per incoraggiare l’aumento degli attrattori turistici del turismo internazionale, è necessario pensare ad investimenti che compensino le mancanze delle infrastrutture digitali, afferma Franceschini. In molte zone d’Italia, specialmente in quelle che si trovano escluse dai grandi flussi turistici, la connessione internet è piuttosto scadente. Il lockdown ha confermato la necessità di un’azione vota a migliorare la connessione su tutto il territorio nazionale, specialmente fuori dalle grandi città, sottolineando la necessità di rifinanziare e potenziare il tax credit per la digitalizzazione delle strutture ricettive.
"Per il turismo ritengo che il decreto Rilancio sia il luogo per migliorare alcune cose, ma non è il luogo dove si affrontano i problemi di carattere strategico. Alcune cose si possono fare nel dl Rilancio, ma serve qualcosa di strutturale e profondo anche sul tema del turismo, e non è la sede emendativa del decreto adatta a risolvere questi problemi. Serve o un provvedimento ad hoc, o un provvedimento che il Governo farà per l'utilizzo delle risorse Ue, o un provvedimento di impiego delle risorse che sia anticipato rispetto ai tempi di utilizzo del Recovery Fund". Infine, il Ministro Franceschini fa riferimento alle agenzie di viaggio, fortemente danneggiate a causa dell’emergenza: "Il fondo di 25 milioni insufficiente. Sono d'accordo nel togliere il tetto di 5 milioni sia per credito d'imposta, sia per il ristoro".