Anche a scapito dell’emergenza COVID-19, alcuni musei in Italia sono stati riaperti, grazie al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1 marzo 2020. I turisti e gli italiani, come si evince dai biglietti strappati, sono però ancora attenti e restii ad andare in un museo.
Alcuni musei in nord Italia, nella zona gialla, hanno accolto l’invito del ministro della Cultura Dario Franceschini a riaprire i battenti; tra questi alcuni musei milanesi: il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci”, il Museo d’Arte e Scienza, il Poldi Pezzoli e Gallerie d’Italia. Altri ancora stanno aspettando per riaprire, come la Pinacoteca di Brera, che sta cercando di attivarsi per la sicurezza dei visitatori.
Le attenzioni dei Musei ora sono maggiori, tra distanziatori e pulizie continue, ma questo non basta a rassicurare i turisti. Infatti, i risultati di questa iniziativa sono tutt’altro che raggianti. Anche assicurando ai visitatori una modalità di fruizione contingentata, nei musei ne vengono pochi. La ripresa economica è certamente positiva, visto il blocco della settimana, ma deve esserci ancora una ripresa morale e psicologica.
Dati alla mano: il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci” mediamente raggiungeva 70 mila ingressi mensili, ora raggiunge a malapena i 50 ingressi. Il Museo d’Arte e Scienza lunedì ha raggiunto quota zero 0 biglietti venduti, martedì invece 2.
Anche Torino riapre il Museo Egizio che lo fa a gamba tesa, proponendo le tariffe speciali #laCulturaCura; un biglietto unico al prezzo di 10 €, con un’agevolazione aggiunta per gli studenti.
A Firenze, invece, il sindaco Dario Nardella ha optato per una politica ancora più espansiva, lasciando l’appuntamento con la “Domenica del fiorentino”. Una politica boccia dal virologo Roberto Burioni: «Complimenti a Firenze, il modo migliore per combattere la diffusione di un virus estremamente contagioso. Tanta gente tutta insieme dentro al museo. Il coronavirus ringrazia». Il sindaco ha replicato con una proposta a lavorare insieme.
In Emilia-Romagna, dopo la desolazione della settimana passata, riaprono anche qui i musei. Ancora pochi i biglietti venduti, ma per ora è la normalità. La Torre degli Asinelli ha organizzato turni da 45 minuti riducendo di oltre 2 terzi i posti disponibili per turno (da 70 a 20 circa). Martedì, dalle 9.30 alle 12, sono stati registrate 36 persone, stando al personale di Bologna Welcome.
A Roma la situazione non differisce. I musei riaprono, mentre i teatri chiudono. Roma Capitale ha riunito un tavolo tecnico per capire il da farsi e per «assicurare l'attuazione delle disposizioni per contenere la diffusione del virus COVID-19 e di offrire alla città una programmazione culturale compatibile».
La soluzione per Roma sta ancora una volta negli ingressi contingentati: i Musei civici rimangono quindi aperti, mentre i Teatri, come l’Argentina, l’India e dell’Opera) rimarranno chiusi. L’attività sarà sospesa fino alla scadenza del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Tra i musei che restano aperti a Roma, c’è il MAXXI. Il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo ha adatto tutte le precauzioni possibili per evitare il sovraffollamento e possibilità di contagi. Gli spazi ristretti e d’uso comune, come gli ascensori, avranno l’accesso contingentato, mentre il servizio di audioguide sarà consentito solo con auricolari personali.
La stessa sorte dei Teatri sta toccando il mondo musicale. Tra concerti annullati e rinviati, dischi che non escono, ritroviamo quello di Ghemon, che sarebbe dovuto uscire a fine marzo e per ora è slittato di un mese.
Se la riapertura dei musei fosse la scelta sbagliata?
Il virus di sta ancora espandendo e al momento il sistema sanitario italiano riesce a gestirlo. Qualora riuscisse a espandersi ancora e ancora, però, potrebbe andare in crisi. Ma non è tanto questa la questione. I Musei vanno mantenuti. Personale, vigilantes, illuminazioni e riscaldamento sono costi che i Musei devono tenere in considerazione. Le entrate non sono sufficienti. Quindi, la domanda è: non sarebbe stato più efficace aspettare almeno un’altra settimana per la riapertura dei musei?
È in dubbio che riaprire i musei, in fin dei conti, trasmetta un messaggio positivo e di tranquillità.