Foto: Audrey Azoulay direttrice generale dell’Unesco
Non è passato però molto tempo, prima che l’Unesco ha fatto sentire la propria voce in merito alle tensioni tra Stati Uniti e Iran, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato l’Iran di “colpire rapidamente e duramente siti iraniani di altissimo livello, molto importanti per l’Iran e per la cultura iraniana”. Lunedì 6 gennaio, la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha ricevuto Ahmad Jalali, ambasciatore dell’Iran presso l’Unesco, e ha con lui discusso della situazione tra USA e Iran con particolare riguardo al patrimonio e alla cultura, sottolineando l’importanza del patrimonio culturale e naturale come vettori di pace e dialogo tra i popoli, e la comunità internazionale ha il dovere di proteggerli e conservarli per le generazioni future.
Con una nota ufficiale, la direttrice ricorda quanto prescritto dalla Convenzione dell’Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (1954) e la Convenzione del patrimonio mondiale (1972), “due strumenti legali”, si legge nel comunicato, “che sono stati ratificati sia dagli Stati Uniti sia dall’Iran”. La convenzione del 1972 stabilisce, tra le altre cose, che “ciascuno Stato partecipe alla presente Convenzione si impegna ad astenersi deliberatamente da ogni provvedimento atto a danneggiare direttamente o indirettamente il patrimonio culturale e naturale di cui agli articoli 1 e 2 e situato sul territorio di altri Stati partecipi della presente Convenzione”. La direttrice ha inoltre richiamato la risoluzione 2347 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, adottata all’unanimità nel 2017, con cui si condannano gli atti di distruzione di patrimonio culturale. Infine, Audrey Azoulay ha sottolineato l’importanza del patrimonio culturale e naturale come vettori di pace e dialogo tra i popoli, e la comunità internazionale ha il dovere di proteggerli e conservarli per le generazioni future.