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  •  04/02/2020
Federica Giosi

Il Macro, Museo d’Arte Contemporanea Roma, cambia identità: lascia la dicitura di “Macro Asilo” e prende quella di “Museo per l'immaginazione preventiva” per diventare un “magazine tridimensionale”, grazie alla nuova direzione artistica di Luca Lo Pinto. L’obiettivo del direttore è quello di cambiare il concept del Macro e implementare la collezione con le opere delle nuove generazioni.

Gratuito come lo è stato il “Macro Asilo” dell’ex direttore De Finis, il “Museo per l'immaginazione preventiva” non sarà più un contenitore di mostre, ma risponderà all'idea di "arte espansa in grado di abbracciare diverse discipline". Un disegno che “risponde allo spirito del tempo” ha spiegato Lo Pinto. Avrà l’aspetto di un magazine tridimensionale con delle “rubriche” che aiuteranno i visitatori ad orientarsi in una sorta di impaginazione dai contenuti sempre nuovi ed eterogenei. La programmazione del nuovo spazio espositivo, infatti, non riguarderà solo mostre (monografiche e collettive), ma l’arte a 360 gradi: musica, editoria, fotografia, fino agli spazi interdisciplinari come la nuova “Palestra artistica” – dove si farà pratica dell’arte – e l’Agorà che ospiterà incontri e dibattiti. Una scelta emblematica di Lo Pinto, nell’ottica del nuovo concept per il Macro, è certamente quella di riportare alla luce circa 1.200 opere che si trovavano nei depositi sotterranei per questioni di sicurezza, collocandole – simbolicamente – nel corpo centrale del museo.

L’intenzione è quella di rendere lo spazio del “magazine tridimensionale” completamente immersivo per i visitatori, a tale scopo Lo Pinto ha chiesto “alla fotografa Giovanna Silva di realizzare una serie di immagini delle opere e degli spazi. Questa serie di fotografie rappresenterà una meta-collezione predisposta ad accogliere un nuovo nucleo di opere di giovani artisti italiani che potrebbero diventare parte della collezione del museo”. Così da andare oltre il concetto tradizionale di mostra e stimolare la riflessione sullo status dell'opera d'arte mediata dalle immagini e anche un arricchimento, perché - ha spiegato Lo Pinto - sto cercando ulteriori risorse per il mio obiettivo che è di implementare la collezione attuale esclusivamente con opere di arte italiana delle nuove generazioni”. Un progetto espositivo, sempre gratuito, che evolverà in modo organico fino alla fine del 2022, nel tentativo, racconta Lo Pinto, “di ripensare il paradigma del museo, le mostre e le opere, mettendo gli artisti sempre al centro”.

Simbolo di questa trasformazione sarà proprio il nuovo logo del Macro, un polpo azzurro su fondo argentato, un "logo non logo" del nuovo magazine tridimensionale: “Una figura insieme familiare e perturbante che ricorda l'idea di metamorfosi” dichiara Lo Pinto, che per il suo mandato triennale (fino al 2022) riceverà 700mila euro l'anno dal Palaexpo, l'istituzione culturale capitolina che gestisce il Macro.

L’apertura ufficiale è prevista per il 3 ottobre 2020, ma dal 24 aprile al 4 luglio, dopo i primi lavori di restyling, ci sarà una fase transitoria – che inizierà con la mostra inedita “Editoriale” – per permettere ai visitatori di osservare la nuova condizione delle sale e anticipare ciò che li attenderà da ottobre.


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