Ah, quanto si stava meglio prima… quando non esistevano i social network che alimentano e producono notizie false. Da circa tre anni le fake news sono diventate argomento quotidiano, ma anche nel passato si sono prodotte delle pillole di falsità interessanti come la “Maledizione di Tutankhamon”.
Pensare che le fake news siano una questione solo del presente e dovuta all’innovazione tecnologica è errato. Le notizie false ci sono sempre state e venivano diffuse tramite il passaparola e i media di quel periodo. Così avvenne per questa leggenda legata al mondo egizio.
Nel 1922 Lord Carnarvon (George Herbert) finanziò una spedizione archeologica nella Valle dei re. Il motivo è semplice: era un amante dell’egittologia e voleva arricchire la sua collezione. Howard Carter, un esperto archeologo ed egittologo con cui aveva avuto il piacere di collaborare in altre spedizioni da lui finanziate, convinse Carnarvon a finanziare quella nella Valle dei re.
Gli scavi durarono 5 anni, ma alla fine arrivarono alla scoperta della tomba. Ed è proprio qui che inizia la leggenda di Tutankhamon. Carnarvon e Carter – la scorsa settimana è ricorso l’ottantesimo anniversario della morte – stipularono un contratto in esclusiva con uno dei quotidiani britannici più famosi: The Times.
Le notizie relative alla scoperta della tomba di Tutankhamon erano destinate in esclusiva al Times. Questo accordo fece scatenare l’ira della stampa internazionale e del governo egiziano. Ma nulla.
Le testate rivali dovettero adattarsi e per produrre notizie sulla tomba iniziarono a inventarle di sana pianta. Così nacque la “Maledizione di Tutankhamon”; secondo quanto hanno riportato il faraone bambino, vissuto oltre 33 secoli fa, portava sfortuna. Sulla tomba ci sarebbero state delle iscrizioni contro i profanatori: «La morte verrà su agili ali per colui che profanerà la tomba del Faraone»; o ancora «Siano disseccate le mani alzate contro di me».
Ad alimentare questa maldicenza fu la morte di Carnarvon, puntò da un insetto e morto tre mesi dopo la scoperta della tomba. Ma anche un altro evento provocò l’aumento esponenziale di fake news sulla tomba. L’anno successivo, Pierre Lacau, direttore generale del Servizio delle Antichità Egizie, bloccò l’accesso alla tomba. Questo portò i giornali a fabbricarne ancora di più.
In verità gli uomini della spedizione, che ha portato alla luce la tomba del faraone bambino, non sono morti misteriosamente, ad eccezione ovviamente di Lord Carnarvon. Delle 26 persone presenti all’apertura della tomba, ne morirono solo 6 nei 10 anni successivi. Carter, a cui va la scoperta della tomba, visse per altri 16 anni e morì il 3 marzo del 1939 a 65 anni.