Analizzare in anticipo i danni provocati da infiltrazioni di acqua su dipinti e siti archeologici mediante il “suono”. E’ questo il compito di un dispositivo diagnostico sperimentale messo a punto da Enea (coordinatore) e Cnr all’interno dell’iniziativa ReMEDIA, finanziato anche dalla Regione Lazio per rendere il prototipo un prodotto commerciale per merito della collaborazione di aziende regionali nell’area dei beni culturali.
"I vantaggi di questa tecnologia vanno dalla non invasività rispetto all'opera d'arte alle prestazioni elevate, che consentono di ottenere informazioni accurate sull'estensione e la distribuzione dei danni provocati dall'umidità su murature e manufatti antichi, una problematica sempre più diffusa, in grado di modificare struttura e proprietà elastiche delle opere, in particolare di siti archeologici posti al di sotto del piano stradale, come catacombe o manufatti sepolcrali e quelli costruiti su fondamenta romane", dichiara il responsabile dell’iniziativa Francesco Colao, ricercatore Enea del Laboratorio Diagnostica e Metrologia del Centro Ricerche di Frascati.
Le modalità utilizzate attualmente per analizzare il quantitativo di umidità sul posto, sia in un momento di controllo che nella fase di organizzazione delle operazioni di restauro, presentano vari svantaggi concreti, causati dall’invadenza e dalla durata della fase di registrazione e valutazione dei dati. "Per ovviare a queste limitazioni, appare molto promettente l'uso dell'imaging acustico, su cui si basa la nostra tecnologia che garantisce invece una diagnostica non distruttiva e non invasiva. In modo molto semplice, sollecitando la struttura da analizzare con un campo di pressione sonora o ultrasonora e rilevando la risposta acustica allo stimolo", afferma Paola Calicchia, responsabile del laboratorio LARCH – Laboratory of Acoustics Research applications for Cultural Heritage del Cnr.
La misurazione dell’assorbimento di energia acustica da parte di murature e manufatti antichi è centrale nel funzionamento del dispositivo di Enea e Cnr. Il sistema usa una fonte di suono in banda audio (100 Hz - 20 kHz), con l’obiettivo di stimolare la superficie da analizzare con un’onda sonora, e mostra la cosiddetta “risposta impulsiva”.
Lo studio del metodo di calcolo e di analisi multifrequenza si è dimostrato, negli ultimi tempi, applicabile anche sulle celebri analisi diagnostiche del danno strutturale di superfici murarie, manufatti con finiture artistiche come affreschi, ceramiche smaltate, stucchi e dipinti su tavola. Mettendo a disposizione materiale acustico risolto in frequenza, il sistema consente di trovare distacchi, delaminazioni, fessurazioni, cavità sub-superficiali di diverso tipo, oltre che indebolimento o indurimento di strutture e materiali compositi.
Il primo utilizzo dei questo sistema sarà realizzato l’anno prossimo in alcuni siti a Roma, tra i quali le catacombe di Priscilla.