“Il 2020 sarà l'anno del treno turistico” lo ha annunciato ieri Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attivita' culturali e del Turismo, durante l’audizione, in commissione Attività produttive, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Il tema è stato affrontato nell’ambito del nuovo organico, proposto dal ministro, in materia di turismo.
Secondo Franceschini bisogna risolvere i problemi di “inospitalità” legati al viaggio apportando una migliore qualità alle strutture per renderle accoglienti, così riafferma la necessità del tax credit. “Il legame tra crescita turistica, distribuzione turistica passa per le infrastrutture. Su questo l'Italia sconta due gap forti: una alta velocità che si ferma a Salerno, e non è giusto che sia cosi; e un differenziale tra Adriatico e Tirreno” ha dichiarato, ribadendo anche i disagi legati al mancato collegamento tra ferrovie, aeroporti e porti.
Miglioramenti che, si auspica, potrebbero vedersi già nel 2020, anno dedicato al treno turistico. “Abbiamo avuto l'anno del cibo, l'anno dei cammini e quello dei borghi: l'anno prossimo sarà l'anno del treno turistico perché c'è in Italia un patrimonio straordinario di ferrovie turistiche, ci sono circa 800 chilometri di binari abbandonati ma funzionali che attraversano paesaggi straordinari”. Sottolinea inoltre il bisogno “di promuovere un'altra forma di turismo che permetta al viaggiatore di percorrere il nostro Paese in modo sostenibile e lungo le tratte storiche delle ferrovie, ammirando paesaggi magnifici e toccando località di struggente bellezza”. “La Fondazione Ferrovie dello Stato sta facendo un lavoro assolutamente meritorio di recupero dei treni storici a cui si può affiancare - cosa su cui le Ferrovie stanno lavorando - un discorso sui treni turistici, è un patrimonio enorme”.
Come ha già precisato in altre occasioni il “lavoro dell'Enit non è solo internazionale ma anche interno per distribuire in modo migliore i flussi turistici interni in modo da spostarli dai luoghi sovraffollati a quelli da scoprire”. Secondo Franceschini l’Italia deve tornare a puntare su un turismo di alto livello che garantisca benefici economici, e non solo, al Paese “un turismo che viene e che spende, che è in grado di capire, che punta all'eccellenza che possiamo offrire”.
Entrando nello specifico delle azioni rivolte al turismo, Franceschini esprime la necessità di redistribuire i flussi turistici verso le mete “meno ambite” perché ciò potrebbe garantire un grande successo come è accaduto con Matera, capitale europea 2019, “Distribuire i flussi turistici non è più soltanto una opportunità di crescita o distribuzione di ricchezza ma un'esigenza, se tutti vanno negli stessi posto avremo un problema di compatibilità tra flussi turistici enormi e la fragilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico”.
In conclusione ha sottolineato la possibilità di creare una struttura dedicata al turismo così da ottenere risultati concreti per questa risorsa italiana “Vorremmo costruire nel corso della legislatura una struttura forte che si occupi di turismo, poi il Parlamento e il Governo decideranno se farne un dicastero a sé stante o meno. Ma se la scelta era legare la delega al Turismo ad un altro ministero ritengo che quella più corretta era e rimane quella di unirlo alla Cultura”. Cambiando così la decisione del governo M5S-Lega che aveva invece accorpato il Turismo al ministero delle Politiche agricole. Un legame strategico, quello avviato da Franceschini, che garantirebbe una maggior competitività rivolta a tutti i tipi di turismo e non solo a quello culturale.