“WHAT IF. La riproducibilità tecnica nell’epoca dell’opera d’arte” è il museo temporaneo di realtà virtuale allestito al Vitruvio Virtual Museum, in occasione di Arte Fiera 2020. Sarà possibile visionarlo dal 23 al 26 gennaio, allocato presso i nuovi spazi di VRUMS – Virtual Realty Arts Rooms (Via Zaccherini Alvisi 8, Bologna).
«L’esposizione – ha spiegato la curatrice Eleonora Frattarolo - vuole fare il punto della situazione sulle potenzialità e lo sviluppo della realtà virtuale in campo artistico (dal cinema, all’architettura, alla pittura) attraverso opere che configurano realtà sorte nel passato, o proiettate nel futuro, in mondi fantastici, frutto di immaginazioni totalizzanti».
Al centro di tutto c’è l’esperienza virtuale, che può essere vissuta in prima persona. Il museo temporaneo ospita cinque opere che forniscono questa esperienza: What if, che dà il nome all’esposizione, Synapse, Casa DO UT DO, Casa Malaparte e Tributo a Freak Antoni. Ad eccezione di What if, tutte le altre opere sono state già esposte in alcuni dei musei italiani.
Un’esperienza che sembra essere libera è quella che fornisce What if; chiunque entri in questo mondo virtuale, si immerge completamente, ma è necessario seguire la regia di What if, proprio per evitare un blocco dell’esperienza. Bisognerà fare quindi i conti con le proprie emozioni, perché What if è questo: un’indagine artistica sulle emozioni basilari dell’uomo.
Synapse, già esposta alla Triennale di Milano, è un labirinto a struttura molecolare progettato da Enrico T. De Paris. Il visitatore entra a far parte dell’opera, si muove tra le stanze, si imbatte in oggetti volanti, creature, simboli, ecc.
Casa DO UT DO è un’architettura visitabile attraverso la realtà virtuale. Ci sono 13 ambienti disegnati tra 13 architetti differenti. 13 stanze, quindi, che riproducono emozioni: Amore, Attesa, Civiltà, Complicità, Coraggio (delle donne), Empatia creativa, Gioco, Inclusione, Incontro, Luce, Natura, Sogno, Vitalità.
Casa Malaparte fornisce emozioni con ricostruzioni in 3d di alcuni luoghi, spazi, oggetti di Villa Malaparte situata nell’isola di Capri. Il mare, i mattoni rossi, il salone, le maioliche di Alberto Savinio, la scalinata che porta al tetto e persino la vela bianca dietro la quale Brigitte Bardot prendeva il solo ne “Il disprezzo” (1963, regia di Jean-Luc Godard).
Tributo a Freak Antoni è un tributo musicale all’artista italiano. L’opera dialoga con la scultura di Daniele Rossi di Freak Antoni. I razzi sulla schiena di Freak Antoni, con la realtà virtuale, si attivano e il visitatore parte per un viaggio sulla città di Bologna, accompagnato da “Le onde (Poesia Leggero)” dello stesso Antoni.