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  •  28/04/2020
Red

Foto: il presidente della commissione nazionale del Turismo delle Regioni, l'assessore abruzzese Mauro Febbo


"Ho convocato per giovedi' ( 30/04 ndr) la commissione Turismo nazionale per confrontarci su modalita' e tempistica di azioni sinergiche, qualora il governo non recepisca le istanze degli operatori". Ad annunciarlo e' il presidente della commissione nazionale del Turismo delle Regioni, l'assessore abruzzese Mauro Febbo, dopo le "mancate risposte" del governo sul comparto. “Da ieri sera sono stato sommerso da proteste da parte dei colleghi assessori delle altre regioni, dai rappresentanti delle categorie, da amministratori locali e da tantissimi operatori che mi chiedono di promuovere azioni formali di protesta, ma soprattutto di predisporre ordinanze che permettano una 'minima', ma vitale e strategica ripresa delle attivita' economiche".

Le aspettative, da parte di molti degli assessori regionali al turismo, sulle misure adottate con il DPCM del 26 aprile erano ben diverse da quelle comunicate in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio. L’assessore Febbo, che rappresenta la commissione nazionale del turismo, precisa bene quelle che erano le aspettative disattese: “ci aspettavamo tutti sinceramente molte piu' indicazioni, spiegazioni, certezze e regole ben dettagliate sulla sicurezza e di come riavviare le attivita' economiche mentre abbiamo assistito all'ennesimo Decreto irragionevole, scevro di coraggio e con zero programmazione, che adesso mette seriamente a rischio la sopravvivenza di centinaia di migliaia di esercizi produttivi e di milioni di posti di lavoro". 

Prolungare il lockdown fino a giugno si rischia di mettere a grave rischio la vita economica di centinaia di migliaia di attivita' commerciali. "In prossimita' dell'inizio della fase di convivenza con il virus - aggiunge l'assessore Febbo - tutte le amministrazioni locali, dalla Regione ai Comuni alle Organizzazioni di categoria, stavano lavorando con il Governo per mettere appunto protocolli in grado di mettere in sicurezza i cittadini e quindi consentire riaperture piu' ravvicinate come ci veniva assicurato e ci si aspettava. Peraltro, gli operatori, nella consapevolezza del doveroso rispetto delle norme sul distanziamento e misure DPI, si sono premuniti di tutte le attrezzature e dispositivi facendo ulteriore indebitamento. Ma tutto questo e' stato di nuovo irragionevolmente posticipato". 

Ad affiancare la posizione di Mauro Febbo arriva l’assessore della Regione Marche Moreno Pieroni che punta il dito verso il ministro Franceschini e dichiara all’Ansa: ”Ad oggi turismo e cultura non hanno avuto le risposte che il comparto, gli operatori si aspettavano, l'auspicio e' che una volta per tutta esca un decreto dedicato a turismo e cultura, un binomio fondamentale per la Regione Marche". "Per i temi su cui la Regione sta lavorando - ammette - non c'e' piena soddisfazione, la speranza e' che il ministro del Turismo alzi la voce e faccia capire quali sono le criticita' e come risolverle". La Regione Marche manterrà la programmazione degli eventi per i 500 anni dalla morte di Raffaello, magari posticipandoli a settembre e ottobre e prossima primavera.

Alle critiche degli assessori regionali al decreto “partorito” l’altro ieri, si aggiunge la posizione del presidente di  Federalberghi Bernaḅ Bocca che all’Ansa dichiara.” "Tutti ci aspettavamo altro. A fronte di una Germania che riparte, di una Spagna che riparte, di una Francia che addirittura riapre le scuole noi abbiamo ampliato il decreto e si puo' andare a trovare la fidanzata o la nonna... Insomma non c'e' la volonta' di ripartire e non ne viene chiarito il motivo. E' la cosa che ci preoccupa oggi. Hanno sempre detto che quando la curva sarebbe calata, avrebbero allentato il lockdown. Inoltre l'unica cosa logica oggi e' la chiusura delle regioni, ma dato che ci sono regioni piu' contagiate e altre meno, perche' trattare tutta l'Italia come la Lombardia? Perche' in Umbria a contagi zero non possono riaprire ristoranti, bar e negozi? Siamo ostaggio dei virologi, la politica dovrebbe trovare un giusto compromesso tra salute ed economia che non sono in contrasto tra di loro".


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