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  •  04/06/2020
Red

È stato depositato in Commissione Bilancio alla Camera un emendamento destinato a  turbare i sonni dei funzionari del MIBACT (e dello stesso Ministro Franceschini). Lo ha presentato, poco prima della scadenza dei termini, il deputato “grillino” Mattia Fantinati, esperto di turismo ed ex sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, onde migliorare la proposta di modifica della governance dell’ENIT risultante dall’articolo 179 del Decreto Legge “Crescita” n. 34/2020.

Il testo governativo prevede l’azzeramento e la ricostituzione del CdA dell’Agenzia del Turismo, ma contro le mire di Franceschini si muove in queste ore un fronte parlamentare variegato,  con radici nei partiti di opposizione ed anche all’interno della stessa maggioranza di Governo.

Dopo svariate polemiche ed episodi  di opacità gestionale, che hanno caratterizzato l’ENIT del dopo riforma 2014, finalmente pare si faccia sul serio: l’emendamento  al DL impone la scelta dei componenti il CdA dell’Agenzia sulla base di criteri rigorosi (professionalità, competenza, onorabilità e indipendenza), prevedendo designazioni da parte delle Regioni e delle associazioni maggiormente rappresentative delle imprese del settore. 

La modifica proposta prova così a  correggere le evidenti incongruenze irrisolte del modello organizzativo ed amministrativo adottato attualmente dall’ENIT, che ha prodotto notevoli diseconomie ed effetti negativi sia amministrativi che gestionali, oltre ai crescenti malumori provenienti dall’intero  settore, a partire da operatori e imprese. L’emendamento, come si è detto, prevede la designazione di due amministratori da parte, rispettivamente, delle Regioni e delle associazioni di rappresentanza datoriale. Il Presidente ed i componenti del Consiglio di amministrazione saranno scelti in base a criteri di riconosciuta competenza, indipendenza e onorabilità, nel rispetto della disciplina in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi presso le pubbliche amministrazioni. 

Il Consiglio nominerà al proprio interno un amministratore delegato che, visti i precedenti poco edificanti, si impone debba svolgere in via esclusiva l’incarico per l’intera durata del mandato. 

Inoltre, vengono inseriti precisi criteri per il controllo degli atti (in particolare quelli gestionali e di spesa) e dei costi derivanti dalla struttura e dai programmi promozionali. A questo proposito, l’ente riferirà annualmente al Parlamento in merito ai risultati conseguiti. 

Oltre ai tetti sui compensi dei consiglieri, dei revisori, del Presidente e dell’amministratore delegato, l’emendamento prevede che l’ENIT sia sottoposto a maggiori controlli rispetto al recente passato, con il rientro dell’Agenzia del Turismo nell’elenco delle Amministrazioni pubbliche  inserite nel Conto economico consolidato dello Stato.

Con la nomina dell’amministratore delegato, novità rilevante da un punto di vista organizzativo e gestionale, le anomalie dell’attuale organigramma sono destinate a risolversi: in particolare, per evitare vischiosità e duplicazioni di ruoli apicali, la proposta di emendamento prevede la soppressione della figura del Direttore generale o altre posizioni equipollenti.

La finalità ultima è consentire finalmente all’ENIT, facendo tesoro dei molti errori compiuti sino alle settimane scorse, di trasformarsi da “dispendioso carrozzone clientelare” a “virtuoso modello di trasparenza ed operatività”, con beneficio di tutti gli operatori del settore e dell’offerta dei territori.



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