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  •  09/06/2020
Ilaria Inchingolo

Il Wall Street Journal dichiara le intenzioni dell’Arabia Saudita nei confronti dell’opera d’arte più costosa della storia. Il “Salvator Mundi” potrebbe essere portato in un museo ancora da costruire alle porte di Riad. Secondo la bibbia dell’alta finanza, il museo si inserisce in un progetto di miliardi di dollari che riguarda la costruzione di almeno 12 nuove istituzioni artistiche. "Il nuovo ministero della cultura saudita terrà il quadro in magazzino fino a quando non potrà costruire un museo apposta", dichiara di Wall Street Journal. Il progetto del museo si inserisce in un ampio piano di trasformazione, ipotizzato nell’arco di dieci anni, dell’Arabia Saudita in un nuovo polo artistico internazionale, con l’obiettivo di invogliare i turisti e di incrementare di oltre 27 miliardi l’economia del paese.

Il ritratto di Cristo benedicente attribuito a Leonardo, protagonista di un giallo su chi fosse il suo vero acquirente – anche se la stampa anglosassone ha diverse volte fatto riferimento al Dipartimento della cultura e del turismo degli Emirati Arabi Uniti – nel novembre del 2017 da Christie’s, era stato perso in seguito all’asta in cui fu battuto per più di 450 milioni di dollari. Il quadro doveva essere esposto, dal settembre 2018, al Louvre di Abu Dhabi, ma il giorno prima la mostra è stata annullata senza che ne fosse rivelata la ragione. Alcune notizie riportavano che il ritratto, successivamente, si sarebbe dovuto trovare al Louvre di Parigi per una mostra su Leonardo prevista dal 24 ottobre 2019 al 24 febbraio 2020, ma il Louvre stesso ha smentito la notizia. In seguito, alcune voci volevano il ritratto su uno yacht da “mille e una notte” dell’uomo forte di Riad, il principe ereditario Mohammed bin Salman.

Nello specifico, all’interno del piano di trasformazione artistica dell’Arabia Saudita, si pensa di costruire un museo di arte occidentale, con il Salvator Mundi al suo interno, accanto ad un altro museo di arte islamica. La questione della collocazione del dipinto, infatti, pone delle problematiche di tipo identitario: l’opera, dall’evidente iconografia cristiana potrebbe essere letta come una provocazione in uno Stato che si ritiene con grande orgoglio la culla dell’Islam.

L’accento sul mondo dell’arte, dichiara il Wall Street Journal, ha come obiettivo quello di diversificare un’economia fino ad oggi fortemente ancorata al petrolio. Mente dell’intervento, denominato “Vision 2030”, sarebbe il nuovo ministro della cultura, Bader bin Abdullah bin Mohammed, a cui il principe ereditario Mbs avrebbe chiesto di intensificare i legami con l’arte internazionale. Bader, oltre al Salvator Mundi, ha acquistato all’asta opere di Picasso, Joean-Michel Basquiat, Yayoi Kusama e David Hockney.


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