Il 27 giugno, lavoratrici e lavoratori dello spettacolo hanno nuovamente manifestato, dopo lo scorso 30 maggio, per chiedere una risposta alle istituzioni sulla mancata ripartenza del comparto.
Dopo il flash mob del 21 giugno in piazza Duomo a Milano e in seguito alle campagne #senzamusica e #iolavoroconlamusica i lavoratori sono tornati in piazza a causa delle mancate risposte da parte del Governo.
“A 4 mesi dall'inizio del blocco la nostra condizione non è cambiata: la 'ripartenza' annunciata per il 15 giugno crea di fatto nuove disuguaglianze ed esclude la gran parte delle realtà che producono arte, cultura e spettacolo nel nostro paese”.
La manifestazione nazionale, in Piazza Santi Apostoli a Roma, ha posto l’attenzione sullo status giuridico dell’artista, considerato ancora oggi come una “anomalia” secondo i manifestanti. L’emergenza Coronavirus ha infatti evidenziato il mancato inquadramento giuridico di tale figura sottoposta a diverse lacune nell’ordinamento. I lavoratori hanno quindi chiesto nuovamente al Governo la convocazione di un tavolo istituzionale per avviare il processo legislativo necessario a colmare l'enorme vuoto giuridico esistente e un confronto immediato per una reale ripartenza.
In concreto, oltre al riconoscimento giuridico dell’artista, le richieste riguarderebbero: un reddito per i lavoratori dello spettacolo fino allo scioglimento definitivo delle limitazioni imposte dai protocolli Covid-19 e in ogni caso fino alla completa e reale ripresa del settore; sgravi fiscali per le imprese del settore; protocolli di sicurezza unitari ed ufficiali così da tutelare i lavoratori; mantenimento dei livelli occupazionali pre-covid così da evitare la riduzione degli stipendi; un’indennità per i contratti interrotti a causa dell’emergenza sanitaria; e l’impiego del Fus ordinario per saldare tutte le retribuzioni e i cachet insoluti prima dell'emergenza sanitaria; introduzione dell'insegnamento delle arti dello spettacolo nella Scuola Pubblica; revisione del sistema pensionistico del settore.
Il Mibact, durante un incontro con artisti e addetti ai lavori, ha ribadito l'impegno a risolvere la situazione dei lavoratori intermittenti dello spettacolo, ma – anche se il ministero mostra la volontà di proseguire il dialogo – gli Stati Generali della Musica verranno indetti solamente dopo la stagione estiva.
Una delle richieste dei lavoratori riguarderebbe anche una concreta riforma del diritto d'autore a tutela delle fasce più vulnerabili e con adeguamento alle direttive europee. Rifiuto di ogni forma di streaming dello spettacolo dal vivo in assenza di una regolamentazione specifica concertata tra le parti. Nel frattempo, è stato firmato, si legge in una nota del Mibact, il decreto per la determinazione del compenso per la riproduzione privata previsto dalla legge sul diritto d'autore. Come ha spiegato il ministro Mibact, Dario Franceschini, Il provvedimento assicura la giusta remunerazione dell'attività creativa e artistica degli autori, interpreti, esecutori e produttori con un'adeguata tutela giuridica dei diritti di proprietà intellettuale. Il Presidente Siae, Giulio Rapetti Mogol, ha espresso soddisfazione e gratitudine per il provvedimento che mostrerebbe grande attenzione ai proprietari dei diritti d’autore.