Immagine: M.G. Gasparri, The hunting of the snark, 2019
“Leggere attraverso l’immagine. Omaggio a Gianni Rodari” è il nuovo progetto dell’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen dedicato al mondo della letteratura e dell’illustrazione, in collaborazione con la Biblioteca A. Baldini di Santarcangelo di Romagna. L’Istituto celebra così i 100 anni dalla nascita dello scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, attraverso una mostra virtuale di illustrazioni ispirate a una sua fiaba.
Tre illustratrici italiane – Maria Gabriella Gasparri, Manuela Mapelli e Barbara Savini – raccontano per immagini “La pianta Paolino”, una storia scritta da Gianni Rodari e tratta dalla raccolta “Fiabe lunghe un sorriso”, pubblicata postuma nel 1987.
Dal 30 giugno al 18 agosto, ogni martedì e giovedì, sui canali Facebook e Instagram dell’Istituto di Copenaghen, verrà pubblicata una nuova tavola illustrata, per un totale di quindici illustrazioni rivolte a tre diverse fasce di età, a dimostrazione di come una stessa fiaba possa essere interpretata in modi differenti a seconda dello stile personale dell’artista e del pubblico di lettori di riferimento. Ogni artista realizzerà cinque tavole illustrate: Maria Gabriella Gasparri si rivolgerà ai piccoli di 4-6 anni, Manuela Mapelli ai bambini di 7-10 anni e infine Barbara Savini ai lettori di 10-12 anni.
Oltre che da alcuni passi della fiaba e dalla descrizione dello stile delle tre artiste, le illustrazioni verranno accompagnate anche dalla presentazione del metodo Rodari.
Nato a Omegna nel 1920, Gianni Rodari è stato uno tra i più noti pedagoghi e scrittori di letteratura per l’infanzia italiani, le cui fiabe sono state tradotte in numerose lingue, tra cui danese, russo, inglese, spagnolo e tedesco. Tra le più note, si ricordano “Le avventure di Cipollino” (1951), “Fiabe lunghe un sorriso” (1949-1969), “Favole al telefono” (1962). Nel 1970, Rodari è stato l’unico autore italiano ad aver ricevuto il prestigioso premio internazionale Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia. Rodari ha inoltre fatto parte di quel gruppo di intellettuali impegnati socialmente per la ricostruzione culturale del paese nel secondo dopoguerra, credendo nell’efficacia di metodi pedagogici innovativi, attraverso cui crescere bambini liberi e dotati di un forte senso critico. Mentre le formule scolastiche di metà Novecento, ancora legate al periodo fascista, consideravano i bambini come “uomini in miniatura”, reprimendone l’immaginazione e la voglia di conoscere, il metodo di Rodari aveva al proprio centro l’elemento della fantasia. Fantasia non da intendersi come semplice fantasticheria, ma come metodo di ricerca e conoscenza personale, che nel bambino è particolarmente spiccato. Come afferma nella “Grammatica della fantasia” (1973), unico volume teorico dell’autore, l’immaginazione e il gioco sono mezzi per conoscere il mondo. La letteratura di Rodari mette infatti in relazione oggetti e aspetti della realtà che, nella logica comune, non hanno apparentemente legame: ascoltando o leggendo tali favole, il bambino può ampliare la sua fantasia, divertendosi. Nelle opere di Rodari, un aspetto rivoluzionario ed estraneo alla letteratura per l’infanzia precedente risiede nella nuova attenzione sociale che si riscontra nella scelta dei personaggi. A popolare le sue storie non sono infatti solo figure immaginarie, ma anche personaggi fino a questo momento esclusi, ovvero persone comuni appartenenti al mondo della quotidianità: re, regine e baroni vivono fantastiche avventure insieme a contadini, bambini, pasticceri e animali. La letteratura di Rodari ha sempre l’obiettivo di crescere i bambini secondo logiche di inclusività e pace, valori oggi più che mai attuali.