Il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata hanno annunciato il rinvenimento di un carro cerimoniale, un reperto straordinario emerso integro dallo scavo della villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica. Il doppio annuncio è dovuto al fatto che il ritrovamento rientra nell'ambito dell'attività congiunta finalizzata al contrasto delle attività illecite ad opera di scavi clandestini nell'area a opera di “tombaroli”.
Elegante e leggero, stupefacente per la complessità e la raffinatezza dei decori in stagno e bronzo di carattere erotico (si trattava forse di un carro nuziale oppure destinato al culto di Cerere o Venere), incredibile nella sua completezza, con le tracce dei cuscini, delle funi per reggere le corone di fiori, persino le impronte di due spighe di grano lasciate su un sedile.
Salvo per un soffio e poco distante dai cunicoli scavati dai tombaroli, il ritrovamento eccezionale è avvenuto il 7 gennaio scorso nel porticato antistante alla stalla dove già nel 2018 erano emersi i resti di 3 cavalli, tra cui uno bardato. Un’unicità che aggiunge un elemento in più alla storia di questa dimora, al racconto degli ultimi istanti di vita di chi abitava la villa e più in generale alla conoscenza del mondo antico.
Applaude il ministro della cultura Dario Franceschini, che parla di una scoperta di “Una scoperta di grande valore scientifico. Pompei continua a stupire e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Sono sicuro che un giovane direttore come Zuchtriegel saprà valorizzare questo impegno”.
Potrebbe trattarsi, di un Pilentum, ovvero quello che le fonti antiche descrivono come un vero e proprio veicolo usato solo dalle élites e soltanto in contesti cerimoniali. Il confronto si può fare unicamente con una serie di carri ritrovati quindici anni fa in una tomba della Tracia, nella Grecia settentrionale al confine con la Bulgaria, poiché in Italia è il primo ad essere stato scoperto. Potevano essere dipinti in azzurro o in rosso, come nel caso del reperto pompeiano ma riservati esclusivamente alle classi più abbienti le quali lo usavano per rappresentanza.
Il ritrovamento del carro appare quindi come una nuova, preziosa scoperta anche se pare non fosse l’unico ad appartenere alla ricca famiglia. Nel processo attualmente in corso infatti un testimone ha menzionato la presenza di un modello simile anche questo con ricche decorazioni, finito purtroppo nelle mani dei predoni e poi sparito.
Continuano così gli studi dei particolari per scoprire qualcosa di più: “Sulla cenere indurita rimossa da uno dei due sedili abbiamo trovato impronte di spighe di grano”, rivela Massimo Osanna, direttore uscente del Parco e responsabile scientifico dello scavo. Un particolare che potrebbe far pensare al culto di Cerere, ma non solo. Perché più semplicemente, potrebbe trattarsi di un augurio di fertilità. Saranno i restauri, già avviati, a chiarire di più. Ma intanto, conclude Osanna, “Visto che le fonti antiche alludono all'uso del pilentum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattarsi di un carro usato per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico”.
Per liberare il carro a quattro ruote dalle concrezioni di cenere, sono intervenuti archeologi, architetti , ingegneri, restauratori, vulcanologi, operai specializzati. E poi, mano mano che lo scavo avanzava, anche paleobotanici e antropologi. Un compito difficile e complesso, perché questo nuovo reperto si trovava sei metri sotto il piano stradale e per di più estremamente delicato.