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  •  22/09/2019
Lorenzo Maria Lucenti

Dopo oltre un anno di restauro in Italia presso l’Istituto per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma (ICRCPAL), ritorna in Iraq il manoscritto del XIV sec. nascosto alla furia dell’ISIS da alcuni sacerdoti che lo hanno murato con altri duecento antichi volumi dietro una parete nello scantinato della chiesa siriaca-cattolica Vergine Maria a Qaraqosh, nel Kurdistan Iracheno. Tra qualche mese, infatti, l’antico messale sarà riconsegnato al vescovo di Qaeaqosh ( la citta' sacra per i cristiani della piana di Ninive) Nathanael Nizard Semaan. 

 Il manoscritto, è stato ritrovato nel 2017 e consegnato prima all’arcivescovo di Mosul e dopo ai volontari della Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV), che lo hanno fatto arrivare in una quarantina di giorni in Italia tramite un “corridoio culturale”, aperto grazie all’iniziative del Mibact (con la guida del ministro Franceschini) e di Verderame Progetto Cultura, un'associazione culturale che si occupa di restauro.

«Il libro – ha affermato il rappresentante della Federazione - è un collante del tessuto sociale. Per la ricostruzione non bastano solo le case. La cultura serve per recuperare le radici di una comunità».

Il manoscritto, un antico libro liturgico, datato tra il XIV e il XV secolo,  contiene le preghiere per il rituale delle festività pasquali, è composto da 116 pagine, ha una legatura in cuoio con copertina di legno ed è scritto in aramaico-siriano con inchiostro rosso e nero.

«I danni provocati dall'uso – ha spiegato Giulia Silvia Ghia, presidente dell’Associazione Verderame Progetto Cultura - erano stati riparati con nastro adesivo; alcune miniature altre erano state coperte da pecette di carta poi tolte in modo approssimativo. Fra gli altri problemi, uno dei più urgenti era l'instabilità degli inchiostri, che ha richiesto il consolidamento di ogni singola lettera vergata».

Il filo di cucitura dei fascicoli è l’unica parte originale ad essere stata sostituita; inoltre, è stato impiegato il nanocollagene, adoperato per il consolidamento del cuoio, ideato dall’Istituto per il Restauro in collaborazione con l’Università di Tor Vergata di Roma, in particolare con il Dipartimento di Chimica.

Hanno curato il restauro: la responsabile del laboratorio restauro dell’ICRCPAL Lucilla Nuccetelli e le restauratrici Barbara Costantini, Marta Silvia Filippini, Maria Luisa Riccardi e Lucrezia Vardaro.


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