Foto; 1) Sassoferrato, Annunciazione, foto Bargellini Digital Studio; 2) cantiere aperto; 3) Casperia; 4) Casperia, Chiesa della Ss. Annunziata.
E’ la prima volta in assoluto che nel paese di Casperia e nell’area circostante si procede al restauro di un’opera d’arte senza spostarla dalla chiesa in cui è sempre rimasta. Il dipinto oggetto di un “Restauro Aperto”, un cantiere pilota, è quello che ritrae l’episodio evangelico de ”L’Annunciazione”, opera del Sassoferrato (1609 – 1685). Non è la prima volta che l’artista dipinge questa scena, ma la tela di Casperia si distingue per l’estrema raffinatezza della gamma cromatica, per le diverse tonalità e per il brano di paesaggio sullo sfondo che riproduce un angolo del paese e un’ansa del Tevere. Uno dei rari paesaggi del Sassoferrato conosciuto come un pittore devozionale che non fa paesaggi. Un dipinto che sembra segnare uno dei momenti più alti della carriera dell’artista, svincolato dalle scelte dei suoi contemporanei, pur rimanendo un protagonista del clima culturale e artistico della Roma del Seicento. L’opera dai vividi timbri pittorici appare ora offuscata da alterazioni cromatiche, da sedimenti e impurità depositati sulla superficie, da ritocchi evidenti soprattutto nella veste blu della Vergine e nelle superfici uniformi dei fondi. Il restauro mira a riscoprire i suoi valori estetici e a conoscere meglio la materia di cui è composta. Le opere d’arte nascondono segreti.
Giovan Battista Salvi, detto Il Sassoferrato, dal paese in cui era nato in provincia di Ancona, è un artista attivo a Roma come pittore devozionale, un pittore di grande qualità che opera fra gli anni Venti e Ottanta del Seicento, che si spinge a Roma attratto dalla parabola barocca e probabilmente grazie ai marchigiani presenti in città, protetto da Francesco Barberini, nipote di Papa Urbano VIII e vescovo della zona. Il committente dell’opera è Girolamo Saraceni, un benefattore di Aspra, cui si deve anche la chiesa barocca a croce greca con cupola eretta nel 1609, che ospita il dipinto che orna tuttora l’altare maggiore della chiesa parrocchiale della Ss. Annunziata, dove il grande quadro risulta presente fin dal tardo Seicento. Un’opera che esprime il forte senso di identità della comunità di Casperia come è dimostrato dal fatto che è sempre stata in questa chiesa con l’eccezione della “trasferta” nel 2017 a Sassoferrato, paese di origine dell’autore, per l’esposizione “ La devota bellezza”, seguita da molti “aspresi”. E in questa occasione, grazie ad apposite visite guidate gratuite, i cittadini potranno vedere il restauro nel suo farsi giorno per giorno fino al suo compimento previsto per il 25 marzo prossimo (festa dell’Annunciazione). A conclusione del lavoro è in programma una giornata di studio sul pittore e sui risultati dell’intervento.
Un’occasione per far conoscere un borgo medievale e un paesaggio non abbastanza noti, che non hanno niente da invidiare a tanti paesi rinomati delI ’Italia centrale. Un centro ben conservato, ricco di chiese e palazzi gentilizi e aperto al turismo internazionale, soprattutto inglese e del nord Europa. Un paese in controtendenza e in crescita demografica grazie ai nuovi venuti.
E’ dunque una festa per gli abitanti di Casperia. O Aspra Sabina, come si chiamava fino al 1947. Una storia inusuale quella del cambiamento del nome di un paese cinto da mura duecentesche che s’inerpica con viuzze lastricate e cordonate a serpentina, che si restringono man mano che si sale alla sommità dove si trova la Chiesa di San Giovanni Battista con la torre romanica del XIII secolo, di fronte la pianta di leccio anch’essa simbolo del paese. Un luogo incantato da visitare esclusivamente a piedi per scoprire i suoi vicoli e passeggiando sul cammino di ronda intravedere squarci di paesaggio che si aprono sulla valle sottostante e sui monti in lontananza. E ammirare i suoi palazzi signorili come quello con i due orsi di guardia al portone, che non è il palazzo degli Orsini, ma palazzo Forani, e il Teatro Comunale e le tante chiese, San Giovanni Battista, Santa Maria, Madonna della Neve.
Il suo nome antico era Aspra Sabina, ma per diversi motivi fra cui la possibile confusione con altri paesi chiamati nello stesso modo o simile e per una certa riluttanza verso quel minaccioso “Aspra”, si cercò di nobilitare le sue origini ipotizzando che sorgesse sulle rovine dell’antica e nobile città latina di Casperia citata da Virgilio nell’Eneide. E per avvalorare questa ipotesi vennero ritrovati non si sa come nell’Archivio Storico del paese epigrafi e documenti che risultarono poi totalmente falsi, costruiti su misura. Un archivio visitabile, ricchissimo di carte vere, fra cui oltre 300 pergamene medievali. E tanto importante da essere consultato dallo storico Ferdinand Gregorovius, ricordato con una targa apposta nella casa in cui ha abitato. “A Roma mi avevano consigliato di spingermi fino ad Aspra, sui monti della Sabina [ … ] Nera e pittoresca, sorge su di un colle, da dove si gode la vista del monte Soratte, della Campagna romana, dei monti della Sabina, degli Appennini, dominato da una rupe, sulla quale si leva un oscuro gruppo di case, circondato da mura nere e coronato di torri” scrive il famoso storico in “Passeggiate per l’Italia” Attraverso l’Umbria e la Sabina, 1861.
L’ intervento sull’”Annunciazione” del Sassoferrato non è di quelli che si fanno all’ultimo minuto come spesso accade per opere in pessime condizioni, che rischiano di deteriorarsi ulteriormente, ma piuttosto un restauro di approfondimento, di esame degli interventi precedenti, come quello degli anni Cinquanta (anche i restauri sono la storia dell’opera), di studio attraverso la diagnostica, si pensi alle analisi di fluorescenza UV, riflettografia infrarossa, fluorescenza X e spettrometria FT-TR. Voluto dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti, guidata da Paola Refice (fresca di nomina, viene da Siena Arezzo), diretto da Chiara Arrighi, progettato in collaborazione con l’architetto Lorenzo Mattone, è affidato al Consorzio ”Le arti” con la direzione scientifica di Giuseppe Cassio. Un intervento per il quale la Soprintendenza ha stanziato 25 mila euro, di cui 17 mila per il restauro vero e proprio, mentre il Comune e la Parrocchia hanno contribuito in misura sostanziale all’organizzazione dell’iniziativa mettendo a disposizione risorse per l’allestimento dello spazio all’interno della chiesa e per la gestione delle visite guidate (previa prenotazione). E dal prossimo anno dovrebbero cominciare i restauri per il rarissimo ciclo di affreschi di Santa Caterina.
Il restauro di un’opera così importante è avvenimento per lo storico centro della Sabina, un’occasione in più per farla conoscere non solo dagli stranieri innamorati del centro murato in cui molti di loro trascorrono lunghi periodi di vacanza, ma anche dai turisti italiani e romani in particolare.
Chiesa della Ss. Annunziata Piazza Oddo Valeriani, 2 Casperia (Rieti). Per informazioni e prenotazioni: culturaturismo.casperia@gmail.com e www.visitcasperia.it