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  •  11/12/2019
Federico Maria Santilli

Dieci imponenti rilievi rupestri raffiguranti il sovrano e i principali dei d'Assiria sono stati rinvenuti lungo un grande canale d'irrigazione scavato nella roccia nel sito archeologico di Faida, a circa 20 km a sud della città di Duhok, nel Kurdistan iracheno. La scoperta è frutto della collaborazione tra l'Università degli Studi di Udine e la Direzione delle Antichità di Duhok nell'ambito del Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (Land of Nineveh Archaeological Project – LoNAP), che mira a documentare, tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio archeologico della regione irachena posta nell’entroterra dell’antica Ninive, la capitale del vecchio impero assiro, oggi corrispondente a Mosul.

Il canale di Faida fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon (720-705 a.C.) e fu abbellito con pannelli scolpiti di quasi 5 metri di larghezza e 2 metri di altezza. I dieci bassorilievi portati ora alla luce, databili a circa 2800 anni fa, ritraggono il sovrano assiro (forse lo stesso Sargon) rappresentato all'inizio e alla fine di un corteo di statue di sette divinità che si ergono su dei piedistalli posti sul dorso dei loro animali simbolo. Gli animali procedono verso destra, nel senso della corrente dell'acqua che anticamente scorreva nel canale. Le figure divine rappresentate sono il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, sopra un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della luna, Sin, anch'egli sopra un leone con corna, il dio della sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del sole, Shamash, su un cavallo, il dio della tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro, e infine Ishtar, la dea dell'amore e della guerra, sopra un leone.

Già nel 1972 Julian Reade, un archeologo inglese del British Museum, aveva individuato l’ubicazione di tre bassorilievi sepolti lungo il canale, senza però poterli portare alla luce a causa dell’instabilità politica e militare che contraddistingueva la regione, teatro in quegli anni di un aspro confronto fra i Peshmerga curdi e l’esercito del regime baathista. La missione archeologica italo-curda, guidata dal professor Daniele Morandi Bonacossi e dal dottor Hasan Ahmed Qasim, si è dunque concentrata in una zona post-bellica ancora minacciata da vandalismo, da scavi clandestini e da un'espansione delle attività produttive che ha fatto seguito alla fine del recentissimo dominio dello Stato islamico (2014-17), quando i rilievi di Faida si sono trovati a soli 25 km dalla linea del fronte. Come ha ricordato il professor Morandi Bonacossi, questa regione ha una centralità strategica nella storia della civiltà mesopotamica.

A conclusione dei lavori di scavo e restauro, sarà creato un parco archeologico dei rilievi assiri di Faida, che consentirà di aprire il canale e i suoi bassorilievi al turismo iracheno e internazionale, permettendo così la più vasta diffusione della loro conoscenza e una loro più adeguata protezione. Si sta inoltre elaborando il dossier necessario a sostenere la proposta di inserimento di questi straordinari beni culturali nella lista UNESCO del patrimonio dell’umanità.


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