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  •  11/12/2019
Ilaria Inchingolo

Era uno dei quadri rubati più ricercati al mondo. Ma in seguito ad un furto piuttosto singolare il giorno prima di una mostra, il ‘Ritratto di signora’ di Gustav Klimt sembrerebbe essere rimasto nascosto per 22 anni e 9 mesi in un’intercapedine su un muro esterno del museo, la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, da cui è stato prelevato.

Il quadro era quasi finito tra i rifiuti fino a quando un addetto ai lavori di pulizia dello spazio esterno lo ha trovato, chiuso in un sacco nero, in una cavità protetta da uno sportello in lamiera che era stata, nel frattempo, nascosta nell’edera. Nei prossimi giorni indagini più specifiche chiariranno la questione dell’autenticità dell’opera, ma una prima expertise ha dimostrato che siamo di fronte proprio a quella tela: nella parte posteriore vi sono anche i timbri delle diverse occasioni in cui il dipinto era stato esposto.

Il furto della ‘Signora’, nel febbraio 1997, fu una storia che finì sui giornali di tutto il mondo: ci si rese conto del furto il 22 febbraio, ma probabilmente era avvenuto giorni prima, nel caos del trasporto di diverse opere per una mostra a Palazzo Gotico dedicata a Klimt; un ritardo che provocò notevoli problemi alle indagini. Furono fatte le supposizioni più diverse, specialmente in seguito al ritrovamento della cornice, smontata nello sgabuzzino di un lucernario.

Dalla sala in cui si trovava (era il pezzo più importante della pinacoteca) era stato spostato solo di poche decine di metri, finendo nell’intercapedine fuori alla porta del museo. Con ogni probabilità era un nascondiglio temporaneo, per chi l’aveva rubato: in seguito però, forse a causa della grande risonanza mediatica, la sorveglianza delle forze dell’ordine e il rischio di ricettare un dipinto diventato così celebre, i ladri potrebbero aver desistito dal tornare a riprenderselo.

In questi anni diverse sono state le ipotesi e le congetture su questo quadro: dalla possibilità che sia stato usato per riti satanici o che si trovasse in un ‘tesoro di Craxi’ nascosto in Tunisia. In primo luogo furono indagati gli allora Custodi della Galleria, ma la loro posizione fu archiviata quasi subito dal gip per mancanza di prove. Nel 2016 l’inchiesta fu riaperta in seguito al ritrovamento di una traccia di DNA sulla cornice, senza però particolari sviluppi della vicenda.

Ora siamo di fronte alla possibilità che il dipinto, tra i più ricercati al mondo, non si sia mai mosso dalla Ricci Oddi. Ma per affermarlo con certezza saranno necessari altri accertamenti degli inquirenti, che tenteranno di mettere una parola definitiva su una vicenda apparentemente assurda.

                


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