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  •  25/06/2020
Federico Maria Santilli

Foto: il Giardino Pantesco di Donnafugata a Pantelleria


Il 27 e il 28 giugno tornano le Giornate FAI, l'ormai famosa iniziativa del Fondo Ambiente Italiano che permette di godere della straordinaria bellezza del patrimonio culturale del nostro Paese. Sarà un'edizione speciale, la prima interamente dedicata, anche a causa delle norme di sicurezza imposte dall'epidemia di Covid-19, alla scoperta di oltre 200 luoghi all'aperto sparsi in più di 150 località d'Italia, per “riavvicinare gli italiani alla natura” e abbracciare una vera e propria “cultura della natura” da cui ripartire. Tutte le visite potranno essere effettuate solo previa prenotazione online (a questo indirizzo: www.giornatefai.it) entro le ore 15 del 26 giugno, fino ad esaurimento posti. È richiesto un contribuito minimo di 3 o 5 euro direttamente all'atto di prenotazione, “un piccolo sforzo - si legge nel sito della Fondazione - che chiediamo a tutti voi che aspettate le Giornate FAI, edizione dopo edizione, ma che per noi può fare davvero la differenza”, dato il momento di crisi che accomuna tutte le realtà culturali.

In occasione di questo nuovo appuntamento con le Giornate FAI, eccezionalmente estivo per colpa del lockdown, verranno svelati per la prima volta al pubblico e resteranno poi stabilmente visitabili i Giardini di Palazzo Moroni a Bergamo, oltre quattro ettari di verde tra le mura della Città alta. “È stata una corsa contro il tempo, proprio come dono alla città che tanto ha sofferto per l'emergenza tragica del Coronavirus”, hanno dichiarato Andrea Carandini e Marco Magnifico, presidente e vicepresidente della Fondazione Museo di Palazzo Moroni, in merito all'accordo raggiunto con il FAI che ha permesso l'apertura dei Giardini.

Accessibili al pubblico saranno anche i Giardini Segreti di Villa Borghese, il Giardino dell’Uccelliera e il Giardino della Meridiana, realizzati nel secondo decennio del XVII secolo su commissione del Cardinale Scipione Borghese. Il Giardino dell’Uccelliera è situato sul lato di ponente tra il Museo e il Casino dell’Uccelliera e costituisce un esempio di giardino di fiori di primo Seicento suddiviso in piccoli compartimenti detti “aiette” o “cassette” - per favorire l’osservazione ravvicinata - delimitati da “pianelle” di terracotta, che contengono anemoni - il fiore più importante all’epoca nell’area romana -, piantagioni di bulbose esotiche come narcisi, giacinti, crochi, ornitogali e, in misura minore, tulipani rappresentati dalle prime specie conosciute allora in Europa. Proseguendo si raggiunge il Giardino della Meridiana, che è delimitato all’estremità occidentale dall’omonimo Casino e racchiuso da un muro a esedra. Divenne famoso per la presenza di un “teatro di fiori” costituito da una doppia struttura a scalini per l’esposizione dei vasi di fiori esotici, che potevano essere osservati dal sentiero centrale. L’elemento centrale di questo giardino è il disegno della stella, una rosa dei venti, che si associa idealmente alla meridiana dipinta sulla facciata del casino dell’Uccelliera secondo la moda degli orologi solari collocati nella seconda metà del Seicento in chiese e ville, oltre che giardini.

Altri luoghi che potranno essere visitati sono Villa Gregoriana a Tivoli, dove la natura amena convive con l'archeologia, il Giardino Pantesco di Donnafugata a Pantelleria, con un solo albero di arancio protetto da un muro a secco in pietra lavica, il Semenzaio di San Sisto Vecchio a Roma, dove dal 1810 si coltivano le piante per il verde pubblico di Roma, oppure la Riserva Naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi (TE) tra dune e calanchi. Non mancheranno poi alcuni dei più votati “Luoghi del Cuore” del FAI, come ad esempio Borgo Universo ad Aielli (AQ) oppure il Villaggio operaio Pirelli a Milano.

Sarà inoltre possibile stupirsi di fronte alla magnificenza di vere e proprie “attrazioni” naturali, come il Platano di Vrisi a Curinga (CZ) con un tronco di 18 metri di circonferenza, piantato secondo la tradizione dai monaci del vicino monastero medievale di Sant’Elia Vecchio, oppure la sequoia gigante tra i pochissimi sopravvissuti al disastro del Vajont nel 1963, o ancora la Palma di San Pietro nell'Orto Botanico di Padova, che tanto entusiasmò Goethe nel suo viaggio in Italia.

L'invito del FAI è quello di esplorare le meraviglie “all'aperto” presenti sul nostro territorio e contribuire a sostenerle e salvaguardarle.


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