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  •  14/01/2020
Filomena Merola

Parte dei gioielli sottratti lo scorso novembre al castello di Dresda (Germania), in quello che è stato definito il furto più clamoroso dal dopoguerra, è stata messa in vendita on line sul cosiddetto dark-web, uno spazio di internet non regolamentato. Sulla rete invisibile nella quale gli utenti si connettono esclusivamente con persone di cui si fidano sono stati intercettati due oggetti (tra quelli più pregiati).

La CGI, società israeliana incaricata di indagare sulla sparizione, dopo aver coltivato dei sospetti ha finto di voler acquistare i gioielli e ha ricevuto una email di risposta: 9 milioni di euro (da pagare in bitcoin) per il medaglione a forma di stella e il diamante di 50 carati. 

Poi ieri mattina una seconda novità: l’emittente pubblica MDR (Mitteldeutscher Rundfunk) ha segnalato che le è stato proposto di acquistare preziosi provenienti dal Castello di Dresda. La polizia ha annunciato che indagherà in merito a questa nuova offerta. Nella fattispecie, è stata la trasmissione “Kripo Live” a riceverla attraverso lo stesso indirizzo e-mail criptato con il quale gli sconosciuti avevano contattato la società israeliana CGI.

Il leggendario colpo risale al 25 novembre scorso, quando due uomini riuscirono ad intrufolarsi nella stanza dei tesori attraverso una piccola finestra e a distruggere con un’ascia la vetrina che proteggeva i gioielli più belli tra quelli della cosiddetta “volta verde” del palazzo. Le telecamere del circuito di sorveglianza hanno ripreso i malviventi che entrano nella sala i quali in precedenza avevano manomesso una centralina elettrica. Tra gli oggetti portati via c’erano tre parure di diamanti del diciottesimo secolo di valore inestimabile. I ladri erano poi fuggiti a bordo di un’auto trovata bruciata in un parcheggio della città. A dicembre un misterioso mecenate aveva offerto (attraverso un suo rappresentante) 1 milione e 300mila euro a chi avesse restituito il tesoro sottratto. Nonostante queste svolte il caso rimane però ancora del tutto irrisolto. 



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