In Italia il settore turismo potrebbe risollevarsi prima del previsto? Secondo il monitoraggio social e web svolto dall’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, molte persone hanno ricercato “viaggio in Italia”, che ha totalizzato circa 753,7 mila citazioni. I possibili turisti non sono più spaventati dal Coronavirus e questo potrebbe anche essere dovuto allo spazio, sempre minore, che i giornali internazionali dedicano all’Italia e alla sua situazione COVID. La situazione però è critica: meno del 50% degli alberghi sul territorio sono aperti.
Potrebbe essere un dato rassicurante, ma dobbiamo restare con i piedi a terra: ad oggi il turismo è in grave crisi. Le 753,7 mila citazioni sono incoraggianti e hanno prodotto circa 207,1 milioni di interazioni. La domanda per “viaggio in Italia” sembra stia risalendo piano piano e, in primo luogo, sono state le grandi città come Roma e Milano a essere ricercate.
La paura di avere una stagione turistica ai minimi storici resta fissa però. È impossibile non confrontare i dati turistici di questo periodo in ottica europea. Le prenotazioni estive, superiori in Italia rispetto all’amica Francia e alla cugina Spagna, sono cadute in picchiata. I dati sono i seguenti: 235 mila prenotazioni di passeggeri aeroportuali internazionali per il nostro paese, contro i 231 mila della Spagna e i 193 mila della Francia. Come si poteva prevedere, oltre ad avere il maggior numero di prenotazioni, L’Italia ha guadagnato anche il maggior numero di cancellazioni: -87,1%, contro il -86,5% della Francia e il -84,5% della Spagna.
A preoccupare, però, non c’è solo il turismo internazionale, ma anche quello nostrano: «Noi – ha dichiarato il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca - lottiamo con i denti per ripartire e confidiamo che nei prossimi mesi il sentiment possa migliorare, ma la circostanza che a maggio, per il terzo mese consecutivo, si sia di fatto registrato il totale azzeramento delle attività, mette una pietra tombale sui conti della stagione primaverile, che quest’anno è stata cancellata dal calendario, insieme a più di ottanta milioni di presenze».
La stagione primaverile è stata affossata dal Coronavirus, quella estiva potrebbe seguire le sue orme, poiché la paura è ancora presente, anche se c’è molta voglia di tornare a vivere e a viaggiare. Ad oggi, gli alberghi italiani aperti sono solo il 40% del totale e il 26,8% ha deciso di chiudere per tutto il mese di giugno. Andando avanti di 2 mesi la situazione migliora, almeno per quanto riguarda l’aspettativa; ad agosto, infatti, il 78,9% degli alberghi prevede di essere aperto.
Secondo gli albergatori i provvedimenti adottati dal Governo non bastano: è necessario accelerare i meccanismi di attuazione, aumentare la portata e le risorse da allocare per il settore turismo «altrimenti le imprese non ce la faranno», afferma Bocca.